La pietas, in versione laica, rivolge alle vittime del Covid-19 di Bergamo un commosso rimpianto, ma anche un empito di rabbioso rammarico per tante vite che il virus avrebbe risparmiato se il focolaio dei contagi fosse stato isolato e contrastato per tempo. La crudeltà del destino ha colpito uomini e donne di una città che in una sua componente, che riteniamo minoritaria, ha denunciato ben altro contagio da stadio per cori razzisti dei tifosi atalantini del genere: “napoletani coronavirus”. L’impulso, dettato dalla tragedia delle vittime che Bergamo piange, è di dimenticare quell’insulto, forti come siamo dei meriti acquisiti con la straordinaria efficienza e le totali misure di sicurezza dell’ospedale Cotugno e non meno dell’intuizione napoletana di aggredire il virus con il farmaco impiegato per l’artrite reumatoide.
Gramellini ha ripreso il suo dialogo con le ‘Parole’ e ieri sera in visione Skipe ha ospitato Mantovani, famoso epidemiologo dell’Humanitas, persona di eccezionale umiltà congiunta a immensa professionalità, ma anche l’‘ambientalista’ Alessandro Gassman, che ha colto l’opportunità per regalare uno spot pubblicitario al figlio canterino. Intensa l’intervista al vescovo di Bergamo Francesco Beschi, che ha chiesto ai preti della sua diocesi di donare tre mensilità a un fondo di solidarietà per le vittime del coronavirus, imitato da papa Francesco, che ha invitato cardinali e vescovi a partecipare alle donazioni.
Una domanda ‘laica’ di Gramellini ha provocato evidente disagio, non sappiamo valutare se volutamente, al vescovo di Bergamo, sul perché dell’assenza di Dio nella tragedia di tanti morti da pandemia Covid-19. Evidente l’impossibilità di spiegare teologicamente e umanamente il perché di innocenti vittime della pandemia, di tanti e donne che sacrificano la loro vita per salvarne di pazienti e non c’è stata risposta convincente. Forse un perché va ricercato nel sommovimento di equilibri della natura che reagisce con sconvolgimenti climatici, mali incurabili e forse anche pandemie. L’invito di Beschi ai suoi preti si è avvalso della disponibilità di Konrad Krajewski, il cardinale che sfidando possibili sanzioni legali decise di riattaccare la corrente elettrica in un palazzo occupato abusivamente e rimasto senza luce.
Che forza i marchingegni della tecnologia diffusa oramai quasi erga omnes. In questa domenica di straordinaria importanza per il mondo cattolico e più in generale di festa globale, parenti e amici vivono nel mare del silenzio, che avvolge l’Italia, la separazione giustamente imposta dall’obiettivo di contenere e azzerare la contagiosità del Covid-19. È una menomazione dolorosa non potersi abbracciare, il non stare insieme. Alle 13 e 30, perché fissato con appuntamento preventivo, è squillata la suoneria del cellulare. Marcella, dal Sussex, chiama a raccolta tutti noi, padre, made, sorella, cognato, nipoti e con una sorprendente magia da wats App, mette in audio-video tutti noi. Ci diciamo “Come va, come festeggi e forza, ce la faremo”. Scambio di baci, sorrisi, auguri: una Pasqua meno triste, grazie modernità.
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