Ingresso eccellente nel consiglio d’amministrazione di banca BPM.
E’ infatti prevista per l’assemblea del 4 aprile l’ufficializzazione del nome di Alberto Manenti, fino ad un anno e mezzo fa a capo dell’AISE.
Lo è stato per quattro anni e mezzo, Manenti, al vertice dei nostri Servizi segreti esteri, voluto su quella poltrona da Matteo Renzi esattamente 5 anni fa, ad aprile 2014. Aveva preso il posto di Alberto Santini.
Origini libiche, il fresco consigliere di BPM ha guidato l’ottava divisione ai tempi di Telekom Serbia ed è stato a capo dell’Unità “Armi di distruzione di Massa” all’epoca del Nigergate.
Ha coltivato ottimi rapporti con i servizi segreti di mezzo mondo, in particolare con la CIA ed il Mossad.
Il suo nome è finito nei verbali d’interrogatorio dell’ex responsabile per le relazioni esterne di Finmeccanica, Lorenzo Borgogni, quando cominciò a raccontare il “sistema” e in particolare i rapporti di Finmeccanica con il mondo dell’intelligence e fece riferimento a Manenti come “copertura”.
A volere oggi Manenti nel cda di BPM è il finanziere italo londinese Davide Leone, gestore di fondi internazionali e al timone di “Davide Leone & Partners Investment” che ha in mano il 4,7 per cento delle azioni BPM. Tra i suoi soci figurano anche Gianni Mion e l’ex parlamentare di Scelta Civica Andrea Mazziotti di Celso.
nella foto Alberto Manenti