Al presidente della Regione Vincenzo De Luca che chiede contributi di idee per rispondere alle richieste di aiuti economici, sanitari e sociali in arrivo dalla popolazione, propongo il progetto di Noi Consumatori: subito presidi istituzionali e mense pubbliche per chi ha bisogno, con distribuzione pasti in vaschette (pranzo e cena) preparati dalle aziende che già rifornivano scuole e fabbriche oggi chiuse. Una misura che avrebbe il duplice scopo di dare risposte a chi sta già soffrendo la fame e di frenare le strumentalizzazioni della criminalità, che in questo modo potrà essere, almeno su questo fronte, disarmata.
Il rischio di un salto in alto della criminalità e di tensioni sociali è molto elevato ed aumenterà ancora, per l’incapacità e le ingiuste misure adottate da politicanti insensibili manovrati da “poteri forti”, senza esperienza e fuori dalla realtà della strada.
Come sa bene chiunque conosca l’economia reale, la criminalità produce parte del PIL e in questo momento ha interesse ad approfittare della debolezza dello Stato per avanzare ulteriormente ed occupare spazi aperti. Chi è vocato al crimine già è all’opera. A tutti i livelli, da quelli speculativi finanziari a quelli della misera ricettazione e reclutamento, tra le sacche sub proletarie urbane delle grandi città.
I numeri reali sono questi. L’Italia ha tre Pil: uno ufficiale, di circa 1.800 Mld di euro; uno sommerso, di circa 780 Mld (l’equivalente di quasi il 38/40 % di quello ufficiale); uno criminale, che supera abbondantemente i 300 Mld e spesso non si conta.
La crisi riconducibile al Covid-19 ha, per legge, bloccato in gran parte l’economia ufficiale, quasi del tutto anche l’economia sommersa e conseguenzialmente paralizzato, con pesanti perdite, l’economia criminale: dalla droga alle estorsioni, dal riciclaggio al falso, etc., in tutti i settori.
Potrebbe apparire un buona notizia la frenata dell’economia criminale e lo stop al sommerso, qualche filosofo fuori dalla realtà potrebbe compiacersi e gridare vittoria ma, attenzione, senza interventi reali dello Stato lo scenario è molto pericoloso, considerato che gran parte del fatturato criminale si mescola con quello legale e fa girare quella la cosiddetta economia sana anche attraverso operazioni di riciclaggio, o si fonde con essa in complesse operazioni finanziarie che caratterizzano tanti sistemi economici, anche virtuali.
Il vero problema sarà ora – anzi, ieri – quello di gestire la paralisi del sommerso che, piaccia o non piaccia, è parte dello Stato (e ciò vale per i falsi moralisti che non vogliono guadare in faccia la realtà); la leva delle tante attività illegali rappresenta un vero e proprio ammortizzatore sociale, che ha permesso a fasce deboli di italiani e immigrati di superare anche le più serie crisi economiche degl ultimi anni. Per non scomodare solo la criminalità, che spesso si sottovaluta, basti pensare a tanti lavoretti “al mero”, come l’idraulico o l’elettricista, per non dimenticare i professori privati o le tante altre attività sconosciute al fisco .
Il sommerso ha consentito a milioni di famiglie monoreddito di integrare le entrate familiari attraverso lavori occasionali, o anche stabili, non dichiarati. Numerosi altri nuclei, che non possono contare su una occupazione ufficiale, sopravvivono grazie all’arte di “arrangiarsi” messa in atto dai diversi componenti della famiglia che, faticosamente, riescono a mettere insieme il pranzo con la cena, o talvolta riescono anche ad accumulare fortune.
Mettendo da parte le ipocrisie, occorre valutare seriamente gli effetti sulla realtà di ciò che sta accadendo e dare risposte immediate alle preoccupazioni per la tenuta sociale che si levano da più parti, senza che siano indicate le necessarie soluzioni. Ora, con la vita ristretta in casa, commercio e produzione fermi o quasi, con alberghi, ristoranti, attività artigiane e uffici professionali sbarrati, con il divieto di uscire di casa e senza risorse necessarie per la sopravvivenza, cosa accadrà nell’immediato futuro?
E’ il momento, questo, in cui occorre attenzione maggiore rispetto ai periodi “ordinari”, perché la criminalità ha già elaborato i suoi piani d’intervento, a differenza dello Stato, che per mettere in campo misure serie aspetta il vaccino. Dobbiamo essere seriamente preoccupati e non solo per il coronavirus ma, soprattutto, per la crisi economica, per la conseguente tenuta sociale e per l’ordine pubblico del Paese.
Mai come oggi occorrono interventi economici veri, dettati da una guida autorevole e credibile. Per fronteggiare questa guerra, occorre un Governo coraggioso e competente, con leggi emergenziali che se da un lato impongono limitazioni alle libertà, dall’altro superino le burocrazie e le loro lentezze nella distribuzione degli aiuti economici; un Governo cui gli italiani possano affidare gli straordinari sacrifici che sono chiamati a fare e che dia speranza nel futuro. E occorre far presto, molto presto per far ripartire l’Italia, perché in un mondo malato anche una banca, quelle tanto care alla malapolitica, non può sopravvivere. Figuriamoci un cittadino.
Avvocato Angelo Pisani
Presidente Noi Consumatori