Svolta in vista nella sceneggiata del nuovo stadio per la Roma a Tor di Valle.
E’ fissato per il 14 gennaio, infatti, il consiglio d’amministrazione di Unicredit che dovrebbe ratificare il fresco accordo raggiunto tra il gruppo Parnasi e CPI Property Group che fa capo all’immobiliarista ceco Radovan Vitek. Se scaturirà una fumata bianca, la palla passerà poi in Campidoglio che dovrà vagliare la relazione tecnica finale, approntare le delibere del caso e andare al voto in aula.
Restano però tutti in piedi i pesantissimi dubbi sul totale delle cubature, le destinazioni finali d’uso, la scelta di quel terreno da molti giudicato del tutto inadatto, l’impatto ambientale, i vincoli paesaggistici, il nodo trasporti. Senza contare che il neo prossimo acquirente della Roma, l’americano Dan Friedkin, sa poco o niente del passaggio di proprietà dei terreni.
Ma vediamo le carte in tavola. Da tre anni e passa va avanti la sceneggiata, fino ad oggi protagonisti il gruppo Parnasi a bordo della sua Eurnova e Unicredit, che vanta crediti da circa 600 milioni di euro nei confronti dei palazzinari romani. Ed ha sempre visto di buon occhio l’operazione stadio, sia per rientrare in buona parte da quella montagna di sofferenze che per possibili investimenti in costruende infrastrutture, senza contare la realizzazione di una nuova mega sede dell’istituto nell’area interessata.
Ma scoppia il casino che coinvolge in pieno la giunta Raggi, con i 5 stelle spaccati sul maxi progetto. E lo scandalo finisce in tribunale, con i Parnasi investiti dalla bufera giudiziaria e il crac delle sigle che ruotano intorno al gruppo mattonaro: tanto che a giorni (18 gennaio) è prevista anche la seconda udienza al tribunale fallimentare che vede in prima fila Capitale Dea e Parsitalia, due cassaforti del gruppo.
Vitek, dal canto suo, può contare su un patrimonio personale che sfiora i 3 miliardi di dollari, e su un patrimonio immobiliare sparso in mezza Europa, soprattutto dell’est ma non solo: Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Slovacchia, Romania, Croazia, Francia, Germania, ma anche in Italia.
Da noi ha investito in un maxi complesso in Costa Smeralda, 14 ville extralusso, ciascuna con piscina, giardini e ampie terrazze, localizzate a Borgo delle Stelle.
Stando ai rumors, la AS Roma avrà il controllo del terreno (a Tor di Valle) sul quale sorgerà il nuovo stadio e l’area retail (su 20 mila metri quadrati), mentre Vitek avrà i 140 mila metri quadrati da sviluppare per la parte del business park e degli uffici.
Resta da sciogliere il nodo dei 300 milioni per gli oneri di urbanizzazione da ripartire tra l’imprenditore ceco e la società.
Ma, come dicevano, restano immutati i grossi problemi che in tre anni sono rimasti sul tappeto, soprattutto sul contestatissimo progetto. Contestato dalle associazioni ambientaliste e dagli stessi 5 stelle quando erano all’opposizione in Campidoglio.
Con un progetto poi appena limato in modo penoso, riducendo le cubature da un lato, e in misura maggiore anche le infrastrutture dall’altro, ottenendo quindi un risultato finale peggiore. Sceneggiata nella sceneggiata.
Come riusciranno, ora, a far quadrare il cerchio in Campidoglio? C’è una montagna di dubbi e perplessità. Anche perché restano sempre sul tappeto – irrisolti – i bubboni dei rifiuti e dei trasporti che fanno disperare i romani e hanno fatto crollare il gradimento verso la giunta Raggi.
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