Stato confusionale al vertice di Sogin, il carrozzone pubblico da anni impegnato in Italia a sperperare montagne di danari pubblici per le operazioni di “decommissioning”, ossia lo smantellamento delle centrali nucleari.
Secondo l’amministratore delegato Emanuele Fontani l’Italia è pronta per trovare l’area dove installare il maxi deposito ma al tempo stesso è favorevole a non trovarlo, per individuare invece un deposito sovranazionale.
Bianco o nero? Stiamo facendo finta di cercare o che?
La sceneggiata, in puro stile partenopeo, va avanti da tempo immemorabile, che nel frattempo ha inghiottito miliardi a palate soprattutto per mantenere ancora in vita quel che resta delle centrali, pagare gli stipendi a tutti gli addetti, procedere a passo di lumaca allo smontaggio delle strutture. Come, per fare un solo esempio, sta succedendo con la pericolosissima centrale del Garigliano, che in passato ha causato una escalation di patologie tumorali in tutta l’area domizia fino al golfo di Gaeta.
Ma rileggiamo le sconclusionate parole pronunciate da Fontani in occasione del termine dei lavori per la rimozione di un monolite (come quello di “2001 Odissea nello spazio”?) radioattivo nell’ex impianto di Rotondella, in provincia di Matera.
“L’Italia è pronta tecnicamente e anche amministrativamente per avviare l’iter per individuare l’area destinata ad ospitare il deposito di media e bassa attività per 78 mila metri cubi circa”.
E così prosegue: “La legge 31 del febbraio 2010 detta tappe molto serrate per la realizzazione del deposito. Siamo in una fase importante che è quella della valutazione della carta nazionale delle aree potenzialmente idonee. Una volta che sarà validata e a Sogin sarà dato il nulla osta dal Governo, le procedure successive saranno quelle di informazione e discussione con la popolazione (è da anni che sono partiti – o s’è finto partissero – le consultazioni con i cittadini, ndr). Il deposito ad oggi è previsto al 2025, facendo le corse siamo ancora in tempo”.
Facendo le corse… per una questione così delicata e prevista da anni!
Per i rifiuti ad alta attività, circa 16 mila metri cubi complessivi, la destinazione finale è – a quanto pare – un “deposito geologico di profondità”. In tal senso – precisa un comunicato di Sogin – “l’ad ha ricordato che per il loro smaltimento definitivo potrebbe essere individuato ‘un deposito geologico sovranazionale’. “Se posso dare una mia opinione – ‘chiarisce’ (sic) Fontani – credo che l’Italia avrà grosse difficoltà ad ospitarlo, ma credo che l’Italia potrà avere un ruolo con altri Paesi per poter individuare e realizzare questo deposito”.
Più chiari di così!
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