Quasi 40 anni dal terremoto che devastò la Campania e la Basilicata – epicentro in Irpinia – il 23 novembre 1980.
Trentanove anni, per la precisione, e molte ferite sono ancora aperte, incredibile ma vero. Ancora ruderi, baracche sgarrupate, abitazioni provvisorie come simulacri d’inefficienza. Poi fabbrichette avviate nell’area del cratere senza alcun senso, tanto per spendere soldi a valanga per clientele & amici.
Quindi un modello perverso che ha aperto la strada a tanti faccendieri che, dopo il terremoto, si sono tuffati nel grande business della ricostruzione post sisma, costato all’erario circa 70 mila miliardi di vecchie lire, poi lievitato nel corso dei decenni a chissà quanto, per via dei rifinanziamenti annuali.
A beneficiare di quelle valanghe di danari pubblici non solo mattonari d’assalto, imprese paravento dei politici, ma soprattutto le imprese di camorra, che proprio con il propellente dei danari post sisma hanno visto decollare le loro fortune economiche.
E con il dopo terremoto è stato sperimentato quel malefico strumento di appalti-concessioni a go go che è servito da spartito per tante opere pubbliche realizzate negli anni a seguire, a partire dal modello autostrade (come per la terza corsia Napoli-Roma e soprattutto per la Salerno-Reggio Calabria) e ancor più per l’alta velocità.
Tra l’altro ricorrono proprio in queste settimane i 20 e i 30 anni dalla pubblicazione di due libri che ha raccontato anni prima la malastoria dei nostri fondi pubblici.
Venti anni fa infatti Ferdinando Imposimato e Sandro Provvisionato pubblicavano il j’accuse “Corruzione ad Alta Velocità” nel quale dettagliavano per filo e per segno quel saccheggio ancor più clamoroso alle casse dello Stato, uno start da 27 mila miliardi e già lievitato nel 1999 a 150 mila miliardi di lire. In quel libro, nomi, cognomi e sigle dell’assalto alla diligenza.
E ad inizio 1990, invece, usciva “Grazie Sisma”, altra storia con tanto di nomi, cognomi e società al banchetto della ricostruzione, edito dalla Voce. Che l’anno seguente avrebbe pubblicato poi “’O Ministro” dedicato alle performance del titolare del Bilancio Paolo Cirino Pomicino, l’uomo che aveva creato ‘O Sistema della spesa pubblica, prima in Campania e poi a livello nazionale.
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