CAMPI FLEGREI / UNA PREOCCUPANTE “TAC” DEL SOTTOSUOLO

Campi flegrei, alla periferia ovest di Napoli, a ridosso della Solfatara di Pozzuoli. Un’area “bollente”, sotto continuo monitoraggio per via delle fumarole, sintomo di una forte mobilità nel sottosuolo.

Sono di fine settimana scorsa le simulazioni di evacuazione, organizzate dalla Protezione civile, e riguardanti circa 1.500 studenti. Secondo il “Mattino” un vero flop, scarsa partecipazione e solo un gran caos.

Ed è appena stata elaborata una ricerca dagli studiosi del Cnr, dell’Università Federico II di Napoli e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia proprio per misurare la “febbre” nell’area flegrea, mappare la zona e realizzare una sorta di “Tac” del sottosuolo.

L’Ippodromo di Agnano. Sopra, la Solfatara.

Lo studio, titolato “Volcanic structures Investigation through SAR and sismic interferometric methods”, è stato pubblicato su “Remote Sensing of Environment”.

Nell’area occidentale di Napoli – viene sottolineato – si registra “un significativo cambiamento nella velocità di propagazione delle onde sismiche, che testimonia la presenza di corpi geologici con caratteristiche meccaniche diverse rispetto alla regione ad Est di Pisciarelli (un’area a ridosso dell’ippodromo di Agnano, ndr). Variazioni probabilmente legate – prosegue il documento – a intensi fenomeni idrotermali estesi tra la superficie topografica e circa 1,5 chilometri di profondità, che andrebbero a costituire strutturalmente il sistema di interconnessione della sorgente magmatica con la superficie”.

In soldoni, la situazione va tenuta sotto un controllo sempre più vigile.

Prosegue il report: “L’area a est della Solfatara, in prossimità della regione fumarolica di Pisciarelli, rappresenta la porzione di caldera caratterizzata dai più alti tassi relativi di deformazioni del suolo, tra il 2011 e il 2014, a cui corrisponderebbe, ad una profondità tra gli 880 e 1,2 chilometri, una regione caratterizzata dalla massima concentrazione di sismicità registrata. Tendenza che prosegue anche dopo il 2014”.

Ma la Protezione civile si darà una mossa per fare qualcosa di concreto, evitando di ridursi a ridicole sceneggiate da evacuazione?


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