Campania in cima alla black list per i tumori polmonari.
Lo rileva uno studio elaborato dall’AIOM, ossia l’Associazione italiana di oncologia medica.
Nel 2019 sono stati già diagnosticati 3000 casi tra i maschi e 1.100 tra le femmine, con 112,3 casi ogni 100 mila abitanti, una quota superiore, per fare un solo esempio, rispetto alla Lombardia.
Il motivo base viene individuato nei fattori ambientali. In particolare perché una larga fetta dei residenti nella larga area della Terra dei Fuochi è costretta da anni – e ancora ogni giorno – a respirare ed inalare la letale diossina, prodotta, appunto, dalla combustione dei rifiuti, soprattutto quelli tossici.
Viene calcolato che quasi un quinto delle patologie derivi da tale fattore.
E pensare che Beatrice Lorenzin, fresca iscritta nel Pd griffato Zingaretti, quando era ministra della Salute, aveva imputato quelle alte percentuali di patologie tumorali agli “stili di vita” dei campani. Da 113.
Meno significativo, viene rilevato, il fumo delle sigarette, pur se a livello mondiale è – secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità – al 90 per cento la causa dei tumori polmonari. Con il suo 29 per cento di fumatori – rileva il rapporto dell’Aiom – tra i 18 e i 69 anni, la Campania occupa il sesto posto nella classifica nazionale per il consumo di sigarette.
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