Firenze – Salviamo l’ex Sanatorio Banti

Riceviamo da IDRA ONLUS (https://www.facebook.com/idra.firenze)  e pubblichiamo.

Chi si loda…, recita il detto. E omettiamo la rima. Non sembra infatti meritare alcun compiacimento la scena che si offre agli occhi di coloro che hanno partecipato alla realizzazione al reportage fotografico e video sul Banti pubblicato oggi su “Nove da Firenze”.

“Si conferma – aggiunge nella sua nota l’Ufficio stampa della USL – che il servizio di vigilanza, affidato ad un’azienda del settore, prevede la presenza, in orario notturno, dell’unità cinofila”, E ancora: “Per quanto riguarda le attività tecniche, si conferma che è stata disposta, e ripetutamente ripristinata, una recinzione perimetrale intorno alla costruzione e che tutti i varchi che possono consentire un accesso all’edificio, porte e finestre al piano terreno, sono già da lungo tempo tamponati con muratura o protetti con reti elettrosaldate inghisate alla muratura. Di recente sono stati ripristinati alcuni tamponamenti che erano stati nuovamente aperti, e chiusi ulteriori varchi che venivano raggiunti con l’uso di sistemi per arrampicarsi”.

Ora, almeno alcuni dei contenuti di questo annuncio sembrano clamorosamente smentiti dal monitoraggio che cittadini attivi di Pratolino pubblicano da mesi sulla pagina Facebook “Salviamo l’Ex Sanatorio Guido Banti”, e che ieri ha ripreso anche la redazione di “ok!Mugello”.

Quanto alla necessarissima bonifica da amianto, ci si chiede se sia saggio ipotizzarne un completamento soltanto entro tre anni, luglio 2022!, come recita la comunicazione trasmessa il 26 luglio scorso dal Direttore generale dell’Azienda USL Toscana centro Paolo Morello Marchese al Sindaco e alla Polizia Municipale del Comune di Vaglia, all’ARPAT, ai Carabinieri Forestali e alla Prefettura di Firenze. Nel documento di “Valutazione del rischio derivante dalla possibile presenza di amianto contenuto nel materiale di copertura di porzione dell’edificio ex Ospedale Banti” trasmesso dall’Azienda proprietaria dell’immobile, leggiamo: “Gli esiti della valutazione indicano un grado “B” di urgenza della bonifica con la necessità di programmare la rimozione della copertura entro un lasso di tempo di tre anni ed un controllo periodico delle aree al fine di evitare danni ulteriori”.

L’associazione fiorentina Idra resta infine in attesa di un cenno di riscontro dall’assessore regionale al Diritto alla Salute Stefania Saccardi, alla quale è stato richiesto un incontro dopo la lettura della risposta – l’11 settembre scorso – all’interrogazione di un consigliere sul Banti. “Quei particolari riferimenti – ha scritto Idra all’assessore – all’ultima emergenza legata alla diffusione nell’ambiente anche dei due parchi limitrofi (quello del Banti stesso e quello della Garena) dei residui di amianto che si distaccano regolarmente (anche solo per effetto dell’azione dell’acqua e del vento) dalla copertura vetusta e malridotta del sanatorio, e alle condizioni di accessibilità dall’esterno al complesso, ci spingono a considerare particolarmente urgente l’opportunità di un incontro con lei. Non più tardi di qualche giorno fa, nel corso di un sopralluogo fotografico e video con interviste a testimoni della storia del manufatto, abbiamo dovuto costatare la totale assenza di controlli all’ingresso, e la persistente presenza sia dell’inquinante amianto sia di varchi, in ogni dove, che permettono comunque di accedere al sito a tutte le ore del giorno e della notte”.

Nel segnalare alla Regione l’interesse – come risulta da colloqui intercorsi – della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio alla formulazione di proposte congrue e adeguate rispetto al processo di riuso e valorizzazione dell’immobile, Idra chiede che una sua delegazione possa essere ricevuta allo scopo di presentare e discutere “anche al di là della contingenza attuale, i contenuti, le proposte e gli esiti delle numerosissime iniziative di cittadinanza attiva promosse sul territorio intorno al Banti”.


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