Uno dei principali finanziatori di Donald Trump e del numero uno della maggioranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell, ossia il miliardario a stelle e strisce Stephen Schwarzman, è il protagonista – ben parato dietro le quinte – del business della deforestazione in Amazzonia, la vera causa degli incendi che stanno devastando il primo polmone del mondo.
Lo rivela The Intercept, che fa capo al Financial Times, con una ricostruzione da brividi, tutta miliardi di dollari e speculazione.
Al centro dell’affaire il colosso statunitense Blackstone, fondato e animato dal Paperone yankee, che attualmente ne detiene il 25 per cento della proprietà.
A Blackstone, infatti, fanno capo due società al centro delle manovre in atto. Si tratta di Hidrovias do Brasil e Pàtria Investimentos, la quale possiede il 50 per cento di azioni della prima.
Scrive The Intercept: “Queste compagnie hanno preso il controllo di molti appezzamenti di terreno nella foresta pluviale amazzonica, le hanno disboscate e hanno contribuito a costruire una controversa strada per il nuovo terminal marittimo a Mirituba, nella stato brasiliano del Parà, al fine di facilitare la coltivazione e le esportazioni di cereali e soia”.
“Il terminal – prosegue il report – è gestito da Hidrovias do Brasil e consente ai produttori di caricare soia su chiatte, che lo trasportano in un porto più grande per inviarlo, da lì, in tutte le parti del mondo”. Un business da far girare la testa.
Hidrovias aveva già annunciato all’inizio del 2016 che avrebbe presto iniziato ad esportare soia in camion nello stato del Mato Grosso, lungo la strada B.R.-163, che all’epoca era in gran parte non asfaltata.
Tre anni dopo – primavera 2019 – il governo guidato dal neo presidente Jair Bolsonaro ha annunciato che Hidrovias sarebbe stata associata alla privatizzazione e allo sviluppo di centinaia di chilometri della famigerata strada. “Lo sviluppo della stessa strada – dettaglia The Intercept – provoca la deforestazione, ma la cosa più importante è che aiuta a rendere possibile una più ampia trasformazione dell’Amazzonia, convertendo la foresta pluviale in terreno agricolo. Lo sforzo di trasformare l’Amazzonia da una foresta pluviale in una fonte di reddito per l’agroalimentare è fondamentale per il conflitto ed è collegato agli incendi che ora sono fuori controllo”.
In questa guerra di letterale invasione delle foreste amazzoniche – il polmone verde più grande al mondo – ci sono gli “accaparratori di terra”, detti “grileiros”, che abbattono illegalmente immense quantità di alberi con motoseghe.
Le terre, appena sgomberate e deforestate, sono subito vendute alle aziende agroalimentari, le quali portano i loro raccolti al terminal Mirituba per l’export.
Il numero uno carioca, Bolsonaro, è un forte sostenitore degli interessi dell’industria alimentare (che diventa automaticamente un suo grande elettore).
Settimane fa ‘O Presidente ha licenziato il direttore del National Space Research Insitute, Ricardo Galvao, colpevole di aver firmato un rapporto sulla rapida escalation nella deforestazione sotto la sua amministrazione. Quale la scusa addotta da Bolsonaro? Galvao dà i numeri, quelle cifre sarebbero del tutto campate per aria, inventate di sana pianta!
Chiudiamo con alcune note sul big boss di Blackstone.
Così dettaglia The Intercept: “Nel 2016 Schwarzman ha donato 2 milioni e mezzo di dollari al ‘Senato Leadership Fund’ e al ‘McConnell Political Action Committee’ e ha inserito Jim Breyer, cognato miliardario di McConnell, nel consiglio di amministrazione di Blackstone. Due anni dopo, Schwarzman ha stanziato altri 8 milioni di dollari per il Comitato di azione politica”.
Ancora: “Schwarzman è un caro amico e consigliere dell’attuale Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e ha servito come presidente del suo Forum strategico e politico fino al 2017. Nel dicembre dello steso anno, Schwarzman ha organizzato una raccolta fondi per Trump a una cena di beneficenza da 100 mila dollari a coperto”.
Roba da mensa dei poveri paperoni…
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