La maggiore società italiana di impiantistica petrolifera, Saipem,controllata al 70 per cento da mamma Eni e al 30 per cento dalla sempre generosa (con i big) Cassa Depositi e Prestiti,va al fresco, in questo bollente ferragosto, tra i ghiacciai dell’Artico: e fa affari.
Quell’Artico con i suoi grossi problemi da fronteggiare per via delle temperature crescenti.
La consueta cassa di risonanza griffata Corriere della Sera dà lustro all’evento: “Commessa miliardaria per Saipem: la società di ingegneria petrolifera è entrata nella joint-venture per la realizzazione, nella penisola di Gydan in Russia, del progetto ARTIC LNG2, con una quota lavori del valore di circa 2,2 miliardi di euro”.
Continua la sinfonia accompagnata dalle note dell’amministratore delegato di Saipem, Stafano Cao: “la nuova commessa segue l’acquisizione del contratto relativo alla Gravity Based Structures con lo stesso cliente e la recente acquisizione del progetto LNG in Mozambico per il cliente Anadarko. Tutto ciò conferma la validità della scelta strategica di Saipem di consolidare la leadership nell’intera catena del valore del gas naturale”.
Dipinge il Corsera: “Il progetto Artic Lng prevede la costruzione di tre linee di gas naturale liquefatto (circa 6,6 milioni di tonnellate anno ciascuna) installate su piattaforme a gravità in cemento che Saipem sta realizzando”.
Un vero tripudio di tecnologie & affari, che lancia sempre più Saipem nel firmamento impiantistico petrolifero mondiale.
Un successo dopo l’altro, come da mesi coloriscono le cronache finanziarie di Corsera eRepubblica.Regolarmente sorvolando sulle non poche grane giudiziarie.
Prima fra tutte l’inchiesta portata avanti dalla procura di Milano per “corruzione internazionale” – un capo d’accusa non da poco – per le maxi mazzette relative all’affare Petrobras in Brasile. Dove dal canto suo è in corso la “Lava Jato”, ossia la Tangentopoli verdeoro che ha decapitato i tre quarti della classe politica carioca, compresi gli ultimi tre vertici presidenziali.
Saipemè coinvolta sia nella inchiesta milanese che in quella brasiliana in compagnia di mamma Enie del colosso privato sempre nel campo dell’impiantistica petrolifera, ossia la Techint del gruppo Rocca.
Nella foto la piattaforma del progetto ARTIC LNG2
Riceviamo dall’ufficio stampa SAIPEM e pubblichiamo la seguente richiesta di precisazione.
Segnaliamo, con preghiera di integrazione, un’imprecisione sull’azionariato di Saipem riportata nell’articolo “Saipem, dagli affari artici alle bollenti inchieste carioca”, al link:https://www.lavocedellevoci.it/2019/08/03/saipem-dagli-affari-artici-alle-bollenti-inchieste-carioca/
Nel primo capoverso si riporta, infatti, che Eni detiene il 70% di Saipem e CDP il 30% quando, in realtà, Eni detiene il 30,54% del capitale mentre CDP Equity S.p.A. il 12,55%, come si evince dall’azionariato di Saipem consultabile a questo link: https://www.saipem.com/it/investor-relations/principali-azionisti
Chiediamo, quindi, che i due dati vengano riportati correttamente. Grazie.
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