L’Austria è il primo paese della Ue a mettere al bando il glifosato, ritenuto cancerogeno.
La “storica” notizia si deve al governo tecnico-balneare subentrato a quello del conservatore Sebastian Kurz dimessosi dopo i clamorosi scandali. L’attuale esecutivo, quindi, è provvisorio, in attesa del voto autunnale.
Però è capace di adottare provvedimenti che mai si erano visti prima, soprattutto in materia ambientale. Sarà per il fatto che nell’esecutivo è forte una componente verde, decisa a profittare di questi mesi per dare una sterzata attesa da anni.
In prima fila c’è la nuova normativa sul glifosato, appunto, che è stato “totalmente interdetto”. Hanno sicuramente influito le ultime notizie in arrivo dagli Usa, dove diverse corti hanno pronunciato sentenze civili che stanno pesando e sempre più peseranno (ne è in arrivo un’ondata da 12-13 mila) sui conti economici del colosso farmaceutico tedesco Bayer, che un anno fa ha acquistato Monsanto, produttrice del Roundup killer.
Non solo glifosato, comunque, nell’agenda politica austriaca. Ma anche le plastiche, uno dei problemi più grossi che affliggono l’ambiente. I contenitori di plastica – è stato deciso – verranno banditi da tutto il territorio nazionale al massimo entro il 2021. Tutto sta a vedere se il prossimo esecutivo sarà d’accordo e non farà marcia indietro.
Grosse novità anche sul fronte dell’acqua come bene pubblico. E’ stata decisa l’interdizione di ogni forma di privatizzazione delle risorse idriche, per rispondere in pieno al dettato costituzionale, secondo cui “la proprietà pubblica dell’approvvigionamento di acqua potabile è nell’interesse del bene comune e della salute della popolazione”.
Da rammentare che in Austria il 24 per cento delle superfici sono utilizzate per agricoltura biologica, un primato a livello europeo.
Greenpeace saluta queste riforme come “storiche” e chiede con forza al governo europeo di rispettarle.
L’OMS, vale a dire l’Organizzazione Mondiale per la Sanità, da ben quattro anni, vale a dire dal 2015, considera il glifosato “probabilmente cancerogeno”.
Ancora di parere “non contrario” l’EFSA, che si occupa a livello internazionale di sicurezza alimentare, secondo cui le prove di forte tossicità non sono sufficienti. Ma l’Efsa è ormai poco credibile: diversi media, infatti, hanno documentato i suoi stretti rapporti con Monsanto, visti i vari “copia incolla” riscontrati in alcuni suoi documenti ufficiali, dove interi paragrafi erano griffati Monsanto.
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