Solo gli sprovveduti possono dar credito all’alibi del pizzaiolo siciliano che ha gridato al comandante della Sea Watch “Ti devono stuprare”. Evidente, perfino il referente locale della Lega deve aver giustificato l’ignobile insulto sessista e deve avergli suggerito di dichiararsi ubriaco, ma soprattutto di non essere leghista, ma di 5Stelle. Se poi fosse davvero un grillino confermerebbe la considerazione su quanto è degenerato il movimento nell’inseguire la brutalità del despota Salvini. Le ingiurie rivolte dagli incredibili facinorosi della Lega a Carola Rackete, al suo equipaggio, ai migranti, ai parlamentari della sinistra che sono rimasti a bordo della nave fino al momento dello sbarco dei profughi, sono un campionario di violenza verbale che fa vergognare di essere italiani. Un video di Davide Faraone, uno dei parlamentari salito a bordo della Sea Watch, è più che allucinante. Le ingiurie alla comandante: “Ciao crucca” (è la più lieve). Infami le altre: “Spero che ti violentino”, “Zingara, cornuta, venduta, tossica”, “Le manette, vogliamo le manette”, fino al vomitevole “A quattro a quattro te lo devono infilare, ti piace il c…o nero” (tradotto dal siciliano). Insulti razzisti nei confronti dei migranti, ingiurie ai deputati (Faraone, Orfini, Fratoianni, Magi): “Criminali”, “Siete andati a dormire coi terremotati, coglioni?”, “Le mogli vi devono stuprare”.
Il video selfie realizzato con Skipe, che Salvini invia più volte al giorno ai Tg Rai preda dei gialloverdi, sul caso degli insulti da trivio non c’è stato. Nessuna presa di distanze dai vigliacchi sudditi di Lampedusa, il che vuol dire che ne ha condiviso le volgarità. Da questo individuo siano malgovernati. Che Salvini abbia cinicamente strumentalizzato la tragedia dei migranti salvati dalla Sea Watch è analisi collettiva di chi non si lascia infinocchiare dalle sue sparate mussoliniane: il ministro del Carroccio si è sputtanato e si è capito quando ha vietato lo sbarco dei migranti fino a quando i Paesi europei non avessero accettato di ospitarli. La disponibilità è stata comunicata da Germania, Francia, Lussemburgo, Portogallo e Finlandia, ma il contrordine di sbarco non c’è stato e la comandante è stata costretta a forzare il blocco navale per porre fine alle sofferenze dei migranti. E così, c’è un nuovo motivo di contrasto del governo a trazione leghista con l’asse Francia-Germania, che difende chi salva i migranti in mare, come prescrive il codice del mare. Ai due Paesi si è aggiunto il Lussemburgo. Il ministro degli esteri Jean Asselborn ha fatto la voce grossa con il collega italiano Moavero, perché alla comandante sia restituita la libertà. Di Heiko Maas, titolare degli esteri tedesco, un tweet a Salvini: “Salvare vite umane è un obbligo umanitario. Il salvataggio in mare non deve essere criminalizzato. Spetta alla giustizia italiana chiarire velocemente le accuse”. Il leader dei Verdi Robert Habeck. “L’arresto di Rackete dimostra la spietatezza del governo italiano. Accusare la signora Rackete di sostenere i trafficanti e la pirateria, come ha fatto il ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini, è un colpo linguistico di proporzioni orwelliane”. Interventi anche della Chiesa evangelica tedesca, tra i principali donatori dell’ong Sea Watch. Il vescovo Heinrich Bedford-Strohm si è detto triste e arrabbiato: “L’arresto di una giovane donna perché ha salvato delle vite è una vergogna per l’Europa”.
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