Gira e rigira, quando si tratta di nomine e poltrone la politica di democristiana memoria ricorre sempre agli stessi, logori meccanismi.
Parliamo, ancora una volta, di quell’Ente Comunità Montana del Matese in procinto di rinnovare i suoi vertici, come la Voce aveva documentato in un articolo qualche giorno fa. Da Napoli si prova infatti a scompaginare le carte con mosse a sorpresa, finalizzate a spaccare la maggioranza, ormai consistente, dei “sindaci del rinnovamento”, quei nove primi cittadini ben decisi ad imprimere una svolta reale nella governance dell’Ente, improntata prima di tutto all’interesse dei cittadini, perseguito con metodiche all’insegna della massima trasparenza. Esattamente l’opposto, quindi, delle logiche partitocratiche che si vorrebbero calare dall’alto.
Vanno lette in questa chiave le voci che provano a lanciare in pista per la presidenza proprio il nome di uno dei nove sindaci della “primavera” matesina, Mauro Di Stefano, primo cittadino di Ciorlano. Chiaro il tentativo di spaccare il fronte della maggioranza, tanto che è lo stesso Di Stefano a smentire: «Il nostro gruppo è coeso, tra noi finora non abbiamo ancora parlato di nomi in ordine alla presidenza e alla vice presidenza. L’unica cosa certa – prosegue – è che tra di noi c’è la piena condivisione del documento programmatico sottoscritto qualche giorno fa. Pertanto, smentisco categoricamente le voci secondo le quali il sottoscritto sarebbe stato designato quale prossimo presidente dell’ente montano».
Con un maggioranza di nove su 17, i sindaci di frontiera (Piedimonte Matese, Prata Sannita, Capriati a Volturno, Ciorlano, Ailano, Valle Agricola, San Gregorio Matese, San Potito Sannitico e Gallo Matese) avrebbero già potuto chiudere la partita sui vertici dell’Ente, specie dopo aver incassato l’adesione di due grossi ed importanti comuni, quali Piedimonte Matese e San Potito Sannitico. Invece, su piano della trasparenza e della condivisione, decidono di rilanciare, in perfetta antitesi con le le rose di nomi dettate dal consigliere regionale PD Gennaro Oliviero.
«I nove sindaci – si legge su Macro News – hanno opportunamente virato su un percorso di trasparenza, orientato alla massima condivisione possibile delle scelte, in perfetta antitesi rispetto alle modalità del ‘patto Oliviero’ con cui si è cercato di sbrigare la partita a tavolino senza che venisse preliminarmente aperta una discussione sul merito che coinvolgesse tutti gli attori in campo. Il fallimento di quel ‘blitz’ di inizio estate ha avuto, ironia della sorte, l’effetto immediato di compattare sotto un’unica bandiera i rappresentanti di nove comuni del Matese il cui obiettivo principale è invece quello unire le forze e rimboccarsi le maniche per risolvere le criticità che gravitano intorno ad un ente che deve prima di tutto fare i conti con la problematica legata ai duecento baif ancora in attesa dello stipendio».
Di qui l’invito rivolto dai nove sindaci a tutti gli altri colleghi (allo stato attuale numericamente in minoranza), ad un ulteriore incontro, fissato per mercoledì prossimo, che veda al centro un’ampia discussione sul futuro della comunità montana.
«Al momento, pertanto, ancora non è stato designato né un presidente, né un vice presidente. Nomi che tuttavia – scrive Francesco Mantovani su Macro News – potrebbero venir fuori tra qualche giorno, quando ci si siederà nuovamente intorno ad un tavolo per ragionare chiaramente anche su quale governance dare all’ente montano».
Quanto ai veri “papabili”, «guardando alle competenze tecnico professionali per il ruolo di vertice ed alla connessa necessità di imprimere un effettivo cambio di rotta nelle modalità di gestione dell’ente, si potrebbe puntare sui nomi del sindaco di San Potito Sannitico, Franco Imperadore, o su quello di Prata Sannita, Damiano de Rosa. La riunione di mercoledì potrebbe essere in questo senso decisiva».
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