Una legge che peggiore non si può. E’ stato varato il decreto Sblocca cantieri che prevede un letterale stravolgimento del precedente codice degli appalti, certo non ottimo, comunque ora reso carta straccia tramite ben 81 modifiche che rendono tutta l’impalcatura normativa permeabilissima alle infiltrazioni mafiose.
Come previsto sono infatti passati tutti gli “aggiustamenti” che la Lega aveva cantierato, aprendo corsie preferenziali – per fare un solo esempio – ai subappalti, storicamente l’elemento base per la penetrazione di cosche & clan nel settore dei lavori pubblici.
Fa salti di gioia il ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli, che con ogni probabilità ignora la materia servitagli su un piatto d’argento dal capo Lega Matteo Salvini.
Partiamo dalla norma chiave, con i subappalti che passano dal 30 al 40 per cento sul totale dei lavori. La Lega era partita chiedendo addirittura di azzerare quei limiti, poi hanno dovuto abbassare la cresta, comunque ottenendo un significativo aumento del 10 per cento.
Anche la soglia degli affidamenti lievita in modo considerevole, passando a quota 150 mila euro, che rappresentano una significativa percentuale sul totale degli appalti pubblici. Una cifra che il presidente dell’Anac, Raffale Cantone, ritiene a forte rischio, come del resto tutta la fresca normativa.
Terza ciliegiona sulla torta. Viene incredibilmente concessa alla stessa impresa di poter progettare i lavori e poi anche di svolgerli, aprendo una pista per i conflitti d’interesse e non solo.
Il poker viene completato con la possibilità, per i comuni non capoluogo, di assegnare gli appalti in modo diretto, bypassando quindi gli inutili ostacoli rappresentati dalle stazioni appaltanti.
Con la nuova accozzaglia normativa vanno a farsi fottere quelle minime garanzie di sicurezza che fino ad oggi ancora resistevano nei cantieri, pur essendo addirittura in crescita il tragico numero delle morti bianche.
Esulta Toninelli: “L’Italia riparte”. Riflette il suo predecessore, Graziano Delrio: “Si tratta un provvedimento molto dannoso, aggiudica le opere sulla pelle dei lavoratori, apre la strada a infiltrazioni mafiose con il massimo ribasso”.
Velocizzare e sburocratizzare è la parola d’ordine del governo gialloverde. E chissenefrega se, in realtà, non verrà velocizzato un fico secco e se a festeggiare saranno solo le imprese di rispetto.
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