La sfida, nella vasta ed incantevole comunità del Matese, in provincia di Caserta, ricalca in fondo schemi tradizionali: da un lato il vecchio modo di far politica, manuale Cencelli alla mano. Sul versante opposto, le attese di circa 42.000 cittadini, quanti sono gli abitanti della Comunità Montana del Matese, che attendono amministratori dal volto pulito, in grado di porsi realmente al servizio delle loro esigenze.
Come andrà a finire è in qualche modo già scritto nel voto del 26 maggio scorso, che ha chiamato alle urne una vastissima fetta di questo elettorato matesino. E i cittadini lo hanno già deciso a chiare lettere nell’urna: ribaltamento delle pratiche feudali che per troppo tempo hanno gestito la cosa pubblica in questa enclave montuosa, scrigno naturalistico suggellato da quell’Ente Parco Regionale del Matese che già si avvia ad entrare nell’Olimpo dei Parchi nazionali italiani: manca pochissimo.
E manca poco anche alla nuova tenzone politica che si sta giocando sui nuovi vertici della Comunità Montana del Matese, circa 53mila ettari di territorio, chiamata a governare, d’intesa con le amministrazioni locali, i 17 Comuni ricadenti nell’area della Comunità: Ailano, Alife, Capriati a Volturno, Castello del Matese, Ciorlano, Fontegreca, Gallo Matese, Gioia Sannitica, Letino, Piedimonte Matese, Prata Sannita, Pratella, Raviscanina, San Gregorio Matese, Sant’Angelo d’Alife, San Potito Sannitico e Valle Agricola.
Chi in questa partita starebbe cercando di fare la parte del leone – dicono i rumors locali – è il consigliere regionale del Partito Democratico Gennaro Oliviero, originario di Sessa Aurunca, navigato esponente politico che in quel Consiglio siede da ben 14 anni ed oggi è componente della Commissione regionale Ambiente e Protezione civile. Un plenipotenziario dell’area casertana, così lo definiscono gli avversari politici, che si sarebbe già “portato avanti col lavoro” in vista delle imminenti nomine alla Comunità Montana.
A sorpresa, un articolo pubblicato il 7 giugno dalla testata locale Paese News mette subito in chiaro quali siano gli intendimenti di Oliviero sul parlamentino montano. Cominciando dal titolo: “Comunità Montana, Olivero fa il pieno: ecco chi guiderà l’ente”. «Sarà Enzo Rao – si legge nel pezzo – consigliere comunale di Raviscanina, a guidare la comunità Montana del Matese. E’ questa la sintesi dell’accordo raggiunto fra diversi municipi della zona. Fa la parte del leone il gruppo del consigliere regionale Gennaro Oliviero. La carica di vice presidente, invece, andrà al sindaco di Ailano, Vincenzo Lanzone. Gli assessori saranno Giovanni Curtopasso di Sant’Angelo d’Alife, Salvatore Altieri di Fontegreca, e Alfonso Frasca di Castello del Matese».
Un annuncio in piena regola di giochi fatti, secondo le volontà di Oliviero, benché sia lo stesso giornale a precisare che «E’ questa l’ipotesi di nuovo governo dell’ente montano guidato fino a pochi giorni fa da Domenico Scuncio, ex sindaco di Prata Sannita».
Parte subito la rivolta pacifica dei sindaci neoeletti, che in zona sono tanti, ma soprattutto dei loro sostenitori, migliaia e migliaia di cittadini comuni che a subire diktat dall’alto (e da Napoli) proprio non ci stanno. E scende in campo proprio uno dei sindaci che sarebbe stato designato nel “patto Oliviero”, Vincenzo Lanzone, che dallo scranno di primo cittadino ad Ailano replica subito su Macro News, testata di punta del Matesino: «Visto che in queste ore si associa il mio nome alla carica di vice presidente dell’ente montano matesino, tengo a precisare che non è vero nulla; personalmente non ho partecipato ad alcuna riunione con la quale si è cercato di mettere insieme i numeri necessari per avere la maggioranza indicando la mia persona quale prossimo vice presidente dell’ente montano, relegandomi, in tal senso, in una posizione di ripiego».
Molti, per il vertice dell’Ente Montano, guardano intanto a Prata Sannita: sia perché il presidente uscente della Comunità Montana, Domenico Scuncio, era sindaco di quel comune, ma soprattutto per la grande popolarità conquistata fin da subito dal suo successore, il penalista Damiano De Rosa, alla guida di una squadra fatta di competenze, professionisti e volti nuovi, eletta proprio all’insegna del rinnovamento rispetto a certe pratiche tradizionali della politica locale. A cominciare dalla condivisione sui social, voluta da De Rosa e dai suoi, prima del programma, ed ora di tutte le scelte amministrative del piccolo comune di Prata, definito dagli ecologisti il paradiso delle acque per le sue sorgenti cristalline.
La sfida, dunque, è aperta: in campo ci sono le fasce tricolori, loro, i sindaci vincenti nella tornata elettorale del 26 maggio, tutti impegnati al fianco dei cittadini nella salvaguardia e nello sviluppo dei rispettivi territori. E tutti ben decisi a non piegare la testa rispetto a logiche calate dall’alto.
Staremo a vedere come andrà a finire, anche perché il prossimo presidente della Comunità Montana del Matese sarà chiamato anche ad affrontare questioni spinose, come quella dei circa 200 lavoratori forestali che attendono da tempo il pagamento dei loro stipendi.
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Un commento su “Matese – La singolar tenzone intorno alla Comunità Montana”