BAGNOLI / 320 MILIONI? IL J’ACCUSE DELL’EX VICESINDACO MARONE

Bagnoli, battaglia continua. Sul nulla combinato nell’ultimo quarto di secolo, i processi sui vagoni di miliardi rubati, il territorio mai bonificato e sempre più inquinato, il sempre nebuloso futuro, ora avvolto da cifre che sono sempre più pazze.

Sull’eterna querelle ora interviene un ex vicesindaco di Napoli, scuderia Bassolino, Riccardo Marone, avvocato amministrativista. Anche lui adesso dà i suoi numeri. Ecco cosa afferma.

“Leggo di dichiarazioni di ministri di questo governo che sarebbero stati sbloccati 320 milioni di euro per la bonifica di Bagnoli”. Il riferimento è alle ultime dichiarazioni del ministro per il Sud, la 5 Stelle Barbara Lezzi.

Riccardo Marone

Continua Marone: “Mi auguro che si tratti di una semplificazione dei ministri o forse dei giornalisti e che, in realtà, la somma serva anche per una serie di altre cose, perché altrimenti trovo tutto inspiegabile”.

Ricostruisce l’ex sindaco partenopeo: “Alla fine degli anni ’90 lo Stato italiano e per esso il ministero dei Beni ambientali, quantificò il danno ambientale procurato da un’impresa dello Stato, l’Italsider, in 90 milioni di euro. Tutto ciò sulla base di una approfondita analisi e di una indagine effettuata sull’area con oltre 4 mila carotaggi”.

“La bonifica, nel corso del primo decennio del 2000, ha avuto corso e per il 65 per cento è stata anche effettuata, collaudata e certificata da tutti gli organismi competenti”.

Poi si interroga: “Come è possibile che l’importo della bonifica residua si sia praticamente triplicato? Ovviamente non conosco di più. Ma mi chiedo, come ogni cittadino, che si faccia un po’ di chiarezza sulla vicenda e si spieghi il significato di queste cifre esorbitanti. Prima di tutto vorrei capire se l’intervento è previsto sulla parte non ancora bonificata o sull’intero territorio e compresa quindi la parte già collaudata e certificata”.

Ancora, con riferimento ai 320 milioni già a diposizione stando al Lezzi pensiero: “Immagino ovviamente incluse anche le aree sotto sequestro. Quindi dobbiamo presumere che qualcuno ha dichiarato illegittimi tutti i collaudi effettuati, illegittime tutte le certificazioni fin qui effettuate e ancora di più vorrei capire questo qualcuno sulla base di quale indagine lo ha dichiarato”.

E tanto per far capire anche a chi non vuol sentire, ribadisce: “Non mi spiego perché una bonifica valutata agli inizi del 2000 del valore di 90 milioni di euro, è ora diventata di 320 milioni di euro”.

Fatto sta che la bonifica taroccata dell’area di Bagnoli, iniziata sulla carta un quarto di secolo fa, fino ad oggi non è stata mai realizzata. Ha solo inghiottito una valanga di danari pubblici, valutabile tra i 200 e i 300 milioni di euro almeno, finiti solo per foraggiare amici & consulenti che hanno fatto finta di bonificare l’area. La beffa nella beffa. Alla faccia della salute dei cittadini, dell’ambiente e delle casse dello Stato.

Il processo penale ha fino ad oggi accertato le responsabilità civili degli amministratori di BagnoliFutura, la società partecipata dal Comune poi addirittura finita in crac.

Quando si racconta di Napoli e delle sue pesti. In pole position i predoni, i ladri di Stato.


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