Continua la drammatica sceneggiata sui vaccini. Scade l’ultimatum per i genitori “fuorilegge” che rischiano l’espulsione dei lori bimbi dalle aule. Come neanche ai tempi dei nazisti.
E tanto per corroborare le grandi scoperte della Burioni band, contenute nelle “tavole” (sic) della scienza (sic) sottoscritte anche da Beppe Grillo in versione clown al tramonto, ecco come scende in campo l’altra band, quella mediatica, capeggiata da Corsera e Repubblica.
Stavolta citiamo il quotidiano diretto da Luciano Fontana, che cura anche una sua rubrichetta di risposte ai lettori.
Ecco quanto gli scrive Gabriele Salini: “Caro direttore, come è possibile morire ancora di morbillo? Succede in Madagascar dove dall’ottobre scorso sono decedute mille persone, per la maggior parte bambini. Per molti mancano i soldi per vaccinarsi. Un virus che sembrava debellato ma che continua a fare vittime in tutto il mondo”.
Un assist ovviamente perfetto per il numero uno di via Solferino, che ringrazia e risponde: “Sul Corriere della Sera Michele Farina ha raccontato la drammatica situazione del Madagascar con i suoi mille morti per morbillo. Quasi sempre si tratta di bambini che restano esclusi dalle campagne di vaccinazione o i cui genitori non hanno la possibilità di spendere 13 euro per la dose di richiamo”.
Prosegue Fontana: “L’Organizzazione mondiale della Sanità ha certificato che nel 2018 le vittime sono state 136 mila. In 98 Stati i casi sono aumentati, anche in Europa”.
E commenta: “Di fronte a questi numeri non possiamo non pensare a quello che è accaduto in Italia negli ultimi anni: c’è chi ha contestato le vaccinazioni, chi ne contrasta l’obbligatorietà per essere ammessi a scuola. I ‘no vax’ sono arrivati in Parlamento e hanno fatto breccia nel governo con uscite improvvisate e pericolose. Non è servito a nulla che i medici e la comunità scientifica si siano schierati totalmente a favore dei vaccini e abbiano dimostrato l’infondatezza delle teorie di cui si sono imbevuti i ‘no vax’. Forse quello che sta accadendo in Madagascar può far tornare la lucidità nella testa di qualcuno”.
Titolo, “Quei mille morti di morbillo e le teorie da combattere”. Già parla da solo.
Sorge spontanea la domanda: ma come fa a dirigere un giornale – addirittura il primo quotidiano italiano – uno che scrive robe del genere?
Almeno ci pensa prima di buttarle giù? Se le rilegge?
Abbiamo tante volte scritto di vaccini, ad esempio riportando quanto sostengono in documenti scientifici un Nobel e un due volte candidato al Nobel per la Medicina, rispettivamente Luc Montagnier e Giulio Tarro, quest’ultimo a fine 2019 insignito negli Usa del premio come miglior virologo al mondo: ebbene i media di regime come Corsera e Repubblica non hanno mai, negli ultimi anni, intervistato Montagnier e Tarro, dando invece amplissimo spazio alle tesi di Roberto Burioni, il massone che giudica tutti quelli che non la pensano come lui dei “Somari”.
Un Burioni, come la Voce ha più volte documentato, in perfetto conflitto di interessi: dal momento che ha brevettato vaccini per conto di grosse & grasse case farmaceutiche, per fare un solo esempio quelle griffate lady Diana Bracco.
Per la serie: più che alla salute dei bimbi, penso ai miei conti in banca.
Ma un altro interrogativo sorge ugualmente spontaneo. Come mai il mega direttore del Corsera si preoccupa adesso dei mille bambini morti in Madagascar e se ne fotte abbondantemente dei 5 mila morti per la strage del sangue infetto in Italia, il cui processo è alle battute finali al tribunale di Napoli dopo 40 anni dall’inizio delle indagini? Un processo totalmente oscurato e ignorato dai media.
E’ davvero strano che il più potente quotidiano del nostro Paese (ma lo stesso discorso vale per quello fondato da Eugenio Scalfari) non abbia spedito un inviato, un corrispondente oppure un free lance a 5 euro il pezzo per nessuna delle udienze che sono cominciate ad aprile 2016 – quindi quasi tre anni fa – fino ad oggi!
Troppe spese, i 5 euro? O perché nessuno vuol dar fastidio a Big Pharma? E nessuno osa sfiorare il gruppo Marcucci, capitanato da Paolo, figlio del padre-padrone-patriarca Guelfo e fratello del capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci?
Perché ricordare quella strage è pericoloso?
Aspettiamo che il cuor tenero di Fontana si ricordi di battere almeno in quella occasione: lo “storico” 25 marzo, tra due settimane esatte, quando il presidente della sesta sezione penale del tribunale di Napoli, Antonio Palumbo, pronuncerà la sentenza.
Solo per 9 parti civili. Ma in “memoria” di quelle 5 mila vittime ancora in attesa di Giustizia.
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.