18 gennaio, Nembo Salvini sbarca ad Afragola per la sua dichiarazione di guerra – petto in fuori, mascella volitiva – alla camorra.
Ecco le sue vibranti parole: “Vogliamo rispondere con i fatti e non con le parole alle richieste di aiuto del territorio. Combatto la camorra fin dal mio primo giorno al Viminale: intendo ridurla alla fame. Avevo promesso un impegno particolare per Napoli e voglio dimostrarlo con azioni concrete”.
Solo una piccola considerazione: è molto pericoloso che un ministro degli Interni non conosca cosa sia la camorra. Pensa a scippi nei vicoli, bombe carta davanti ai ristoranti, un po’ di droga a Secondigliano, case abusive nell’hinterland, alcune prostitute da controllare. Non immagina neanche l’esistenza di colletti bianchi, di connection massoniche, dei processi d’internazionalizzazione cominciati già vent’anni fa, della penetrazione pervasiva negli ambienti istituzionali e in quella “borghesia” sempre più border con gli affari del crimine organizzato. La camorra (come del resto mafia e ‘ndrangheta) viaggia via banche, via estero, via mega riciclaggi, via ‘seconde generazioni’, altro che vicoli e scugnizzi.
Ma tutto questo Nembo Salvini lo ignora. Ed è certo di poter ridurre la camorra in quattro mosse “alla fame”…
La stessa convinzione che manifesta l’altra sua metà, Giggino Di Maio, quando parla di “battaglia vinta contro la povertà” e di “boom economico” alle porte, proprio quando i dati economici stanno collassando, i poveri aumentano a ritmo vertiginoso e i freschi (non) provvedimenti (sempre economici) stanno assestando i colpi finali alla già straprecaria situazione del Paese.
Le uniche parole che dipingono alla perfezione leghisti e 5 stelle, e in particolare i due capi Matteo Salvini e Luigi Di Maio, le ha pronuciante nel salotto di Lilli Gruber, Otto e mezzo, Luciano Canfora.
Ha parlato con grande lucidità politica, estrema chiarezza espositiva e perfetta pregnanza dei suoi argomenti, Canfora: ha usato il termine fascistoide per Salvini e la sua band, suscitando le ire di Luca Telese, che poco conosce la storia e molto il trasformismo politico-mediatico. Perchè Salvini & C. rappresentano, oggi, quel che Mussolini e i suoi rappresentavano un tempo: mancano solo manganelli e olio di ricino, e quel balcone di piazza Venezia, sostituito dal You Tube usato quotidianamente da Nembo Salvini, un soggetto antropologicamente modificato, avrebbe colorito di certo Pier Paolo Pasolini, “rimodernato”, mediaticamente rimodulato rispetto a quel Duce.
Canfora ha ruspato, asfaltato con parole semplici e comprensibili da tutti gli italiani, non solo Salvini e camerati leghisti, ma anche i 5 stelle, una band ai primordi della politica e dell’economia. Una visione ancestrale, la loro, fotografa Canfora, un’ignoranza politica e culturale ai vertici del Palazzo.
Due forze che sanno parlare solo alla pancia degli italiani e riescono ad affermasi, fino ad oggi, anche perchè non esiste lo straccio di una alternativa possibile. E credibile.
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