Un caso mai risolto, quello avvenuto sei anni fa, febbraio 2012, nel carcere milanese di San Vittore. La vittima era un ventunenne, Alessandro Gallelli, trovato impiccato nella sua cella singola ad una felpa. Modalità poco chiare, anche perchè il corpo venne trovato fradicio, zuppo d’acqua.
Adesso il gip del tribunale di Milano, Mara Cristina Mannocci, ha archiviato il caso. Eppure è stata appena presentata una consulenza medico-legale da parte dei genitori di Alessandro che, a quanto pare, conterrebbe dei nuovi elementi in base ai quali l’inchiesta dovrebbe per forza riaprire i battenti.
Tra l’altro a pesare c’è una sentenza civile dello stesso tribunale di Milano, che ha condannato nel 2016 il ministero della Giustizia a pagare un forte risarcimento alla famiglia: la dinamica della morte, scrivono i giudici civili, “è poco chiara”. Poi si chiedono come sia stato possibile portare a termine in solo mezz’ora (il tempo di un cambio di turno della guardia penitenziaria che doveva tenerlo a vista 24 ore su 24) “l’ingegnoso e laborioso suicidio”. Tra l’altro è stata disattesa la regola del controllo, appunto, 24 ore su 24, senza alcuna interruzione.
Alessandro era ristretto nel reparto di osservazione neuropsichiatrica di San Vittore, dove in genere transitano stupratori, alcolisti violenti e via di questo passo: lui era stato arrestato perchè aveva palpeggiato, in autobus, il sedere di una ragazza.
Quel palpeggiamento gli era costato caro. Cella d’isolamento e trattamenti certo non da albergo cinque stelle. Ad esempio, di notte, all’improvviso, docce gelate con la pompa. Forse per fargli sputare ben altre cose oltre le avances nei bus.
E per questo è stato trovato zuppo d’acqua.
Così scrivono, nella loro consulenza, i periti della famiglia. Si tratta di una morte che “non è compatibile con l’ipotesi suicidiaria”, ma è invece “riconducibile ad un omicidio mediante strozzamento”, con successiva “volontaria manipolazione della scena del crimine”.
L’ipotesi che avanzano i legali è quella di “omicidio volontario” o, in subordine, “preterintenzionale”.
Un Cucchi 2 ? Ma i media di palazzo non ne parlano e la giustizia non vuol vedere. Per questo Alessandro è stato ucciso per la seconda volta.
Nella foto il carcere di San Vittore
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.