Forse qualcosa si muove sul fronte della tutela del nostro martoriato territorio, dopo i recenti tragici eventi che hanno massacrato il corpo della penisola, mettendo definitivamente a nudo tutte le nostre carenze e il nostro menefreghismo.
Il ministro per l’Ambiente Sergio Costa, che di territorio ne se intende, avendo per anni guidato il Corpo Forestale della Stato nella stramalata Campania, ha promesso che entro fine dicembre verrà approvato un decreto legge per la lotta al dissesto idrogeologico, stanziando 10 miliardi di risorse. Ci sarebbe anche l’accordo con la Unione Europea.
“L’idea – sostiene Costa – è di far passare il provvedimento con un decreto, invece di inserire apposite norme nella manovra, perchè oltre al profilo finanziario sono necessarie norme per velocizzare la spesa e aumentare la gestione del territorio. Inoltre, siamo in emergenza e il decreto è lo strumento migliore”.
Un gruppo di studenti napoletani della facoltà di Economia, dal canto suo, sta elaborando un’idea- proposta che ci sembra molto stimolante e azzeccata. Eccola in sintesi.
Si basa su alcuni concetti base. L’Italia è ormai un corpo malato, una radiografia (oggi si direbbe una Moc) ne mostrerebbe agevolmente tutte le ferite: fratture alla testa, alle costole, alle caviglie, alle mani, ai piedi; poi ematomi, tagli, bruciature di ogni tipo. Un corpo ormai praticamente irriconoscibile. Gli ultimi eventi hanno messo a nudo tutta la sua fragilità e i pericoli che corre. E corriamo tutti noi.
Dall’altra parte c’è una disoccupazione crescente, soprattutto giovanile, il problema lavoro che nessuna legge, nessun provvedimento ha mai realmente cercato di avviare a soluzione.
A questo punto sorge spontaneo l’interrogativo: perchè non unire le due “realtà” (emergenza ambientale ed emergenza lavoro) sotto un comune denominatore che è quello del reddito di cittadinanza?
Ben vengano, ora, i 10 miliardi promessi da Costa. Ma non sarebbe ancor più razionale e organico utilizzare anche i fondi previsti per il reddito di cittadinanza in questa grande opera di risanamento e cura del territorio? Un vero Piano Marshall, in cui possono confluire i 10 miliardi a quanto pare già previsti con la Ue e i fondi stanziabili per il reddito di cittadinanza.
In questo modo la penisola potrebbe diventare un gigantesco cantiere di lavoro, non per realizzare infrastrutture inutili nell’interesse di qualche lobby, ma per “ricucire” e “risanare” l’Italia da tutte le sue ferite cumulate negli anni.
Al tempo stesso si dà lavoro ad una marea di giovani e non solo, di diplomati, di laureati, di ingegneri, architetti, geometri, commercialisti, artigiani, manovali, operai e chi più ne ha più ne metta.
In questo modo si supera anche il famoso interrogativo “chi e come trova lavoro a chi”, visto che le agenzie per l’impiego sono ancora tutte da ricostruire e riavviare.
C’è da creare un’unica Agenzia, alle dirette dipendenze della presidenza del Consiglio, del ministero per l’Ambiente e di quello per il Lavoro. Un’Agenzia che dovrà assorbire le eccellenze nel campo della pianificazione del territorio, dell’ambiente, dello stesso lavoro. In modo tale da accorpare, intorno ai singoli interventi da effettuare a macchia di leopardo in tutta Italia, le energie, le capacità, le forze in campo.
Un progetto tutto da mettere in piedi, nelle sue articolazioni, ma capace – non a parole, con i fatti – di rispondere in maniera massiccia ai due nodi-base: salvaguardia del territorio e occupazione.
Ci vuole una forte macchina organizzativa. E, soprattutto, legalità e trasparenza.
Nella foto il ministro Sergio Costa
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