Se l’Onu assume un’iniziativa senza precedenti nei confronti di suoi membri, quali sono l’Italia e l’Austria, con l’invio di una task force per indagare sugli episodi razzismo, una ragione ci sarà. Per l’Italia il motivo è esplicitamente dettato dalla cronaca. Nel nostro Paese, piaccia o no a Di Maio e Salvini, racconta da mesi le violenze razziste sui migranti. Ancora ieri a Sassari e Brindisi offese, poi calci e pugni a due ragazzi (17 e 22 anni) della Guinea. Il “ce l’ho duro” di Pontida risponde con l’intenzione razzista di tagliare 10 o 15 euro al contributo per i migranti e con esecrabile testimonianza di mancato rispetto per le istituzioni, manda a dire all’Alto commissariato che “Le lezioncine di un organismo come l’Onu lasciano il tempo che trovano”.
Il parlamento europeo vota le sanzioni contro il governo razzista di Orbàn e l’evento vede di nuovo confliggere 5Stelle e Lega. I sudditi di Salvini voteranno no (“Orbàn è un amico”), in vista di un sodalizio antagonista della Ue, i grillini diranno (forse) sì, pur se divisi tra posizioni anti Lega della base e di alcuni esponenti (leggi il Di Battista balneare che teme per il Movimento il protagonismo leghista) e linee di tendenza a non acuire i contrasti con gli alleati di governo per non allontanarsi dal progetto sovranista di Salvini-Orbàn. Giallo-verdi su fronti opposti, in ogni caso, ma il ministro dell’Interno assicura, che non esistono contrasti con i grillini, che il dissenso non avrà conseguenze sui rapporti di alleanza. Come non ricordare la vignetta che mostrava Andreotti avvitato alla poltrona del potere?
E poco fa Strasburgo ha approvato la risoluzione dell’europarlamentare olandese dei Verdi Judith Sargentin che accusa l’Ungheria di violare i principi della democrazia. Il testo è stato approvato con 448 voti a favore, 197 contrari e 48 astenuti con 693 votanti. Ora tocca al Consiglio dei capi di Stato e di governo dell’Ue decidere se attivare la procedura dell’articolo 7 del Trattato dell’Unione Europea che, dopo una lunga procedura, potrebbe portare a sanzioni, come la sospensione del diritto di voto.
L’ultra senescente e acciaccato Berlusconi riemerge dall’ombra e si schiera con Salvini. Voterà contro le sanzioni per Orbàn. Chi non ricorda la storiella della sua generosità nei confronti di povero migrante. “Vieni ad Arcore, nel mio prato c’è tanta erba, puoi sfamarti a piacimento”. E poi, l’amica di Casa Pound e Forza Nuova, al secolo la Meloni, a suo tempo immortalata in un selfie con Orbàn, azzarda un “condannarlo sarebbe una follia”. Sarebbe utile chiarire se ha l’esternazione nasce da nascoste competenze psichiatriche della Fratelli d’Italia.
Il movimento del comico genovese e dell’“incompiuto” Di Maio continua a perdere pezzi e stavolta è colpa del caso Ilva di Taranto: L’accordo per il passaggio di proprietà alla Mittal, avvenuto nonostante fosse illegittima la gara, porta con sè lo strascico della mancata tutela della salute degli abitanti della città , nonostante le promesse di Di Maio in tema di garanzie ambientali. Massimo Battista, operaio dell’acciaieria, poi consigliere comunale di 5Stelle, lascia il gruppo grillino: “Di Maio nel 2017 parlava di chiusura dello stabilimento, di riconversione economica e bonifiche, come dimostrano i 600.000 volantini che abbiamo distribuito all’epoca. Se viene qui avrà solo fischi”.
Polizia solerte e in una sua componente malata stoltamente repressiva. Succede che l’attrice Ottavia Piccolo, nell’atto di accedere al palazzo del Cinema di Venezia, venga bloccata dalla polizia, come fosse un’eversiva. Il motivo? Aveva annodato al collo un fazzoletto dell’Anpi, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, indossato durante una manifestazione contro i morti sul lavoro. Dopo “intelligenti” consultazioni tra funzionari l’attrice è stata “liberata”. Proteste della sinistra e interrogazioni parlamentari.
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