Brava davvero l’ever green Milly. La Carlucci ha cucito come si deve i “quadri” del colossal Bocelli. Tutto splendido se si eccettuano due intermezzi discutibili. Il primo: perché osannare un divo dello star sistem hollywoodiano qual è Morgan Freeman, accusato di molestie sessuali da otto donne? Il secondo: perché, in un contesto di grandi personaggi, invitare sul palco e fare la pubblicità alla compagna del vice premier leghista Salvini che all’indomani avrebbe debuttato in Rai alla conduzione di “La prova del cuoco”? C’era lo zampino del ministro dell’Interno dietro la celebrazione della sua morosa? Quando all’esordio della Isoardi al posto della Clerici, proprio non ha convinto e a poco le è servito il tweet augurale del compagno. L’emozione e un carico di professionalità limitato non hanno convinto, ma che fa, la donna del “Ce l’ho duro” leghista può contare sugli applausi di Pontida.
Quelli del sì, no, ma. Impressiona il numero di dietro front pentastellati. A tutti i livelli dicono e disdicono, dichiarano e smentiscono, accusano e assolvono. Non è un bel vedere per l’Italia del non governo che subiamo per la tendenza al qualunquismo arrabbiato di troppa parte degli italiani.
I due ultimi casi: Conte, l’evanescente, partecipa al concorso per diventare ordinario dell’Università romana e si prepara per l’esame che avrebbe dovuto sostenere in questi giorni. A prescindere dalla scorrettezza di far pesare sull’esito il ruolo di presidente del consiglio, si scoprono rapporti privilegiati con il titolare della cattedra che va in pensione e manipolazioni pro domo sua del curriculum. Sputtanato, Conte si rifugia in corner e annuncia di aver rinviato la prova. I due competitori per l’incarico lasciano intendere che potrebbero contestare la decisione legalmente e Conte è costretto ad annunciare di rinunciare al concorso. Sì, ma, no.
L’ondivago “Incompiuto”, ovvero il pseudo saccente e sgrammaticato Di Maio, in nome della serenità familiare annuncia la chiusura domenicale e nei giorni festivi di tutti gli esercizi commerciali. Applaude parte dei lavoratori del settore che non gradiscono il mancato rispetto del riposo di fine settimana, si oppongono quelli degli straordinari festivi che la decisione ridurrebbe di quasi 50mila unità. Concordano gli esercizi minori, contesta la grande distribuzione. Il Di Maio, un colpo al cerchio, uno alla botte, fa una mezza marcia indietro: sì alla chiusura ma non per tutti. Negozi aperti al 25%. Si, no, ma.
Il salvinismo andrà certamente all’inferno. La negazione dell’accoglienza continua a fare morti nel Mare Nostrum. Ultima tragedia al largo delle coste libiche, con oltre cento morti. Lo denuncia Medici senza frontiere. Razzista l’Italia? Il vice premier leghista nega e si chiede come l’Onu si permetta di affermare il contrario, di inviare ispettori per stroncare il fenomeno di innumerevoli episodi di violenza contro i migranti. Se ne faccia una ragione.
La paura fa novanta. I cinquestelle sono atterriti dall’esito dei sondaggi che vedono la lega scavalcarli nel consenso degli italiani e cambiano rotta nei confronti degli alleati di governo. Di Maio condanna l’ostilità verbale di Salvini contro la magistratura, a livello europeo i grillini sono a favore delle sanzioni anti Orbàn, che chiude le frontiere all’immigrazione, mentre la Lega è di parere opposto perché “Orbàn è un amico”. Dai lidi ameni di una lunga villeggiatura il balneare Di Battista tuona contro il Carroccio perché restituisca e subito i 49 milioni truffati allo Stato. Eccetera, eccetera.
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