Lo starter ha dato il via agli sputtanamenti di “ce l’ho duro” Salvini. Con la nave della marina italiana ferma nel porto di Trapani, e i migranti a bordo, con voce stentorea, a coprire la sua infingardaggine, ha ordinato: “la Diciotti non attracca e nessuno sbarca finchè non lo dico io”. Mattarella lo ha elegantemente ignorato e ha deciso con saggezza. La nave ha attraccato, i migranti sono sbarcati. Il tribunale di Trapani ha interrogato i due uomini che Salvini ha definito criminali, da arrestare, e li ha lasciati liberi perché colpevoli di niente. Altro smacco e chissà che i fan non comincino a capire di che panni veste lo sbruffone leghista. Le intimidazioni contro Malta fanno un buco nell’acqua. L’isola legittima la mancata accoglienza dei barconi in viaggio della speranza, perché individuati lontano dalla sue coste e perché non è Salvini a decidere chi deve accogliere i migranti. Di Maio sconfessa il co-vice premier e dà ragione a Mattarella, a chiunque giudica disumanità la morte di migliaia di profughi nel Mare Nostrum.
“Chi tocca i fili muore”. L’allarmante avviso segnala il pericolo di morte dell’alta tensione e induce gli imprudenti a starne lontano. Che altro è la rissa Lega-5Stelle, che i duellanti tentano di mascherare con bugiarde dichiarazioni d’amore? Chi vivrà, vedrà, ha commentato qualcuno degli autorevoli sconfitti del 4 marzo, altri hanno citato il detto abusato del cinese in riva la fiume, in attesa paziente che passi il cadavere del nemico. Il “Que sarà, sarà” è ancora nella mente dei chiromanti, ma qualche spiraglio di futuro si affaccia all’orizzonte della politica italiana.
C’è chi divaga sul tema e lo progetta ritenendo scontata la degenerazione del dissenso interno alle componenti di governo, di una coabitazione già anomala in teoria e conflittuale in pratica. Dovesse deflagrare la guerriglia in vista delle elezioni europee, la fragile e spuria maggioranza Di Maio-Salvini potrebbe finire in macerie e il grillismo potrebbe riprovare a restare a galla con la sponda della sinistra. Fantapolitica? Non resta che credere al cinese che in attesa lungo gli argini del fiume. Tra i pensatori che condividono il crac di chi sta sgovernando l’Italia anche Flavio Briatore. “Ma, where is the beef?”, dov’è la carne? La sua condanna. “Finora solo chiacchiere dai Lega e M5Stelle”.
Con il de profundis per il cosiddetto contratto di governo, scatterà anche l’ora ics per neutralizzare Rocco Csaalino, guro della comunicazione grillina, portavoce del premier Conte che voce propria non ha? In piena orgia festaiola per l’abolizione dei vitalizi (già aboliti) l’ex partecipante al Grande Fratello (eccelso titolo professionale!) si è rivolto a Salvatore Merlo, giornalista del Fatto Quotidiano con toni minatori: “Ora che il tuo giornale chiude, che fai, mi dici a che serve il Foglio? Non conta nulla, perché esiste?” L’intimidazione più che grillina somiglia al piglio mussoliniano di Salvini, ma la sostanza è che la frase ha scatenato un putiferio politico, con l’aggravante del plauso del senatore 5S Lannutti (“Bravo Rocco, basta parassiti!”). Indignazione del Pd e di Crosetto (Fratelli d’Italia): “Non condivido molte cose del “Fatto” ma sono corso a comprarne una copia e mi abbono. Il giornale, in risposta a Casalino, ha lanciato un abbonamento anticasta del “Foglio Vitalizio”, con sconto del 20 percento “per chi usa il codice Rocco”. Il sindacato giornalisti: “La chiusura dei giornali richiama regimi e tempi che, per l’Italia, sono fortunatamente lontani”. Il pd: “Cosa ne pensa il presidente della Camera Fico di Casalino, che pagato dagli italiani per occuparsi della comunicazione del governo, rivolge minacce contro la libera informazione?
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