Lezione di solidarietà cristiana, o meglio scelta civile, democratica di accoglienza e ospitalità: c’è questo nella disobbedienza civile delle città italiane, non caso del Sud, di Sicilia, Calabria, Puglia, Campania, per ultima Sapri e di un Paese da qualche giorno a guida socialista, qual è la Spagna di Sanchez, che all’ordine di respingere dai porti italiani l’Acquarius e i suoi seicento profughi, ha risposto “Siamo pronti ad accoglierli”. Sarà Valencia a riceverli. Uno schiaffo alla dispotica iniziativa di Salvini, non a caso elogiata dal neofascismo di alcuni Paesi della Ue. L’esito temporaneo di una vicenda di straordinaria disumanità impedisce di verificare cosa avrebbe inventato il ministro degli interni se uno dei porti italiani dissidenti avesse accolto l’Acquarius. Avrebbe militarizzato la città ribelle? Rimesso in mare i seicento migranti? Incarcerato il sindaco della città ospitante, il presidente dell’autorità marittima? Com’è facile prevedere di Acquarius, gommoni e barcacce, il Mediterraneo ne porterà dalle nostre parti e chi li dirige verso il nostro Paese sa che Palermo, Taranto, Napoli, altri città e perfino la Livorno del 5Stelle Nogarin offrono porti aperti all’accoglienza. Sulla disobbedienza di Nogarin si innnesta il giallo di un post pubblicato e subito rimosso per non disturbare il manovratore, ovvero il governo Lega-Di Maio. Il sindaco di Sapri sfida Salvini. Il mio porto non è grande, dichiara, ma è aperto e si scusa con i seicento dell’Acquarius per concludere con un eloquente “La mia Italia non lascia la gente a mare”. Salvini risponde da par suo, cioè con la tracotanza del despota: “Fare la voce grossa paga”. Sullo sfondo la provocazione della cantante jazz Rossana Casale che suggerisce di prendere i figli di Salvini e di metterli sull’Acquarius. Il ministro: “Pensi a cantare e lasci stare i miei figli”. Botta e risposta da censurare. Nel frattempo la stravagante alleanza Lega-5Stelle deve rispondere a un altro caso di insubordinazione. Il consiglio comunale di Massa Carrara, a maggioranza grillina, ha respinto una mozione di sostegno al governo sulla questione degli sbarchi presentata da un consigliere di Forza Italia. Ecco, si avvertono i primi scricchiolii della coalizione di governo, ma peggiore, per Di Maio e soci, è la sconfitta del Movimento alle elezioni comunali di domenica. Su cosa poggia l’euforia di Salvini per il respingimento dell’Acquarius, se abbiamo rimediato un’altra figuraccia internazionale che pagheremo caro? Dicevamo un tempo “gratta, gratta” e sotto le spoglie di un comunista trovi un maschilista”. Per analogia “gratta, gratta” e sotto l’italiano che vota Salvini scopri razzismo, nel passato latente, ora esplicito”.
L’America di Trump e la Corea del nord di Kim Jong-un si danno la mano e nessuna meraviglia. Pur nella stratosferica diversità, sono facce parallele del potere esercitato in regime dittatoriale e di proterva autarchia. L’incontro di Singapore, definito storico, è condito di salamelecchi impensabili di recente, quando i due tenevano l’indice poggiato sul bottone del “fire” di batterie missilistiche puntate una contro l’altra, Kim si “divertiva” a far esplodere bombe atomiche e Trump a presidiare il mare di fronte alla Corea del Nord con la sua flotta in assetto di guerra. Chi crede al colpo di fulmine pacifista è davvero un ingenuo. Kim, alle prese con un vero disastro economico fa conto sui dollari americani per evitare il default, Trump ottiene in cambio di spezzare il fronte ostile Cina-Kim con la riunificazione delle due Coree e di scippare a Kim il nucleare, anche se il furbo leader di Pyongyang si riserva di decidere, per non sprecare una potente arma di baratto.
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