La Repubblica di Mario Calabresi sempre più genuflessa davanti ai potenti di Bilderberg. Un vero inno, quello intonato da Diego Longhin in occasione del summit annuale che si è svolto al Lingotto di Torino tra il 7 e il 10 giugno.
E una bella strigliata al sindaco 5 Stelle Chiara Appendino per lesa maestà, visto che non ha partecipato al party finale organizzato dallo chef degli chef, Massimo Bottura.
Così sculaccia la prima cittadina il Longhin: “Una brutta figura per Torino. Una scelta che ha stupito i partecipanti, tanto che il disappunto ha superato i muri dell’ex fabbrica tradendo una delle regole auree del gruppo: la riservatezza”. Incavolate anche pareti e vetrate.
E poi: “Appendino ha preferito raggiungere Ivrea, dove si vota per il sindaco. Ha messo davanti alle questioni istituzionali – rappresentare Torino davanti ai big del mondo – la campagna elettorale nella città del capo dei 5 Stelle Casaleggio”.
La convention dei Bilderberg “una questione istituzionale” ? Per favore, avvisate il 113.
Chi invece s’è tuffato a pesce sul summit e soprattutto sul buffet griffato Bottura è stato il sindaco di Milano Giuseppe Sala. Che c’entrava come il cavolo a merenda. Spara i tric trac Longhin: “Appendino ha lasciato il palcoscenico prestigioso a Sala. Così il sindaco di Milano ha potuto raccontare al mondo il suo modello, rassicurando gli ospiti internazionali sulla tenuta del governo Conte”. Al mondo? Al pianeta!
Dal reportage-scendiletto di Repubblica veniamo a sapere che tra le star italiane figurava Giampiero Massolo, il cui nome non era previsto nell’elenco degli ospiti stilato dall’ufficio stampa dell’organizzazione.
Forse un invito in corner per consolarlo della mancata nomina al vertice della Farnesina nel neogoverno gialloverde?
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