Il Gup di Milano Alessandra Del Corvo ha rinviato a giudizio Fabrizio Viola e Alessandro Profumo, il cui processo inizierà il 17 luglio 2018 nonostante la Procura di Milano avesse stranamente chiesto il proscioglimento di entrambi, per le accuse di aggiotaggio e falso in bilancio nell’ambito di uno dei processi sulla crisi de Monte dei Paschi di Siena, in particolare sulla contabilizzazione dei derivati Santorini e Alexandria.
Ne dà notizia il presidente Adusbef, avvocato Antonio Tanza.
Assieme agli ex vertici di Mps (Profumo è attuale ad di Leonardo) è stato rinviato a giudizio Paolo Salvadori, ex presidente del collegio sindacale e la banca Mps per la violazione della legge 231 del 2001 sulla responsabilità degli enti per i reati commessi dai dipendenti, per le operazioni condotte tra il 2012 e il 2015 con l’ipotesi di aggiotaggio e falso in bilancio in merito alla contabilizzazione a ‘saldi aperti’ dei derivati Santorini e Alexandria, operazioni strutturate la prima con Deutsche Bank e la seconda con Nomura.
I pm Civardi, Baggio e Clerici, coordinati dal procuratore Francesco Greco, avevano sostenuto già nella richiesta di archiviazione che Viola, anche ex ad della Popolare di Vicenza e Profumo, visti il ‘restatement’ (la rideterminazione) del bilancio di Mps da loro effettuato e la scoperta dei vari ‘trucchi’ che sarebbero stati adottati da chi li aveva preceduti per abbellirlo e nascondere ‘buchi’, avrebbero agito senza alcuna intenzione di falsificare i bilanci (quelli tra il 2011 e il 2014) né di occultare le perdite.
Adusbef, che chiederà la costituzione di parte civile nel processo, grata al Gup di Milano Alessandra Del Corvo, che ribaltando sia la teoria della pubblica accusa sia della difesa degli imputati che avevano chiesto il proscioglimento, dopo una richiesta di archiviazione da parte della procura per la contabilizzazione non corretta nei bilanci della banca senese dei derivati Santorini e Alexandria, operazioni finanziarie spregiudicate messe in piedi tra il 2012 e il 2015, ha deciso di portare in giudizio due banchieri, scelti da Bankitalia per occultare precise responsabilità nella pregressa gestione fraudolenta di MPS da parte dell’ex presidente dell’Abi Giuseppe Mussari.
Per i magistrati che avevano chiesto l’archiviazione, gli ex manager, non solo avevano reso consapevole il problema dei derivati sui bilanci, ma si erano anche attenuti alle disposizioni di Consob e Banca d’Italia, contigue Autorità che dovrebbero essere conseguentemente incriminate, dopo l’imputazione coatta (agli atti anche una nuova consulenza disposta dalla Procura generale) che ravvisò nelle condotte dei manager profili ingannevoli nei confronti del mercato, perché quella contabilizzazione non aveva dissipato le ambiguità sui derivati, soprattutto alla luce delle dichiarazioni di Profumo, il quale ha affermato di aver “operato correttamente in stretta collaborazione con Banca d’Italia e Consob”.
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