Succede negli Stati Uniti sotto dispotica egemonia di Trump, quanto accadde in regime berlusconiano al governo e anche prima di quell’ infernale evento. L’Italia dell’arte, dello spettacolo, della cultura faceva il pieno di uomini e donne della sinistra. Anche questo monopolio della democrazia di così elevata qualità contribuì a determinare la conclusione dell’esperienza berlusconiana, certo, agevolata dalla sua multiforme insipienza. Sul dopo della sinistra è un atto di frustrante compassione coprire l’incredibile lavorio della sua demolizione con molti veli pietosi.
La variante americana del presupposto che purtroppo non ha impedito le nefandezze del tycoon presidente, anche negli Usa è monopolio dei progressisti, ma è in corso. Milioni di giovani americani assumono il carico di contestare Trump e la libertà di uccidere con armi acquistate come al supermercato. L’impressione è che sia il prodromo di un’onda montante della protesta. “Siamo la generazione del cambiamento” dicono in corteo e si associano i giovani di 800 città del mondo (Londra, Parigi, Sydney e Milano, Parigi, Tel Aviv, Belfast). Commenta Obama: “Michelle e io siamo così ispirati dai giovani che hanno fatto sì che la marcia di oggi avvenisse. Continuate così. Ci state facendo progredire. Nulla può ostacolare le milioni di voci che chiedono cambiamento”.
Si sa, George Clooney, gode a ragione di grande popolarità, conquistata per le sue qualità di attore e regista impegnato, per la serietà nel privato: l’ostilità a Trump è aperta, manifestata pubblicamente. Clooney, con la moglie Amal era a Washington con gli studenti americani per la marcia contro le armi. Ha donato 500mila dollari agli organizzatori. Le sue parole: “Mi avete reso nuovamente orgoglioso del mio Paese. Siamo al 100% con voi ma entrambi pensiamo fortemente che questa è la vostra marcia. Il vostro momento. I giovani lo stanno facendo capire agli adulti e questo è stato il vostro strumento più efficace. Il fatto che nessun adulto parlerà sul palco a Washington è un potente messaggio al mondo che se noi non facciamo qualcosa contro la violenza delle armi da fuoco, allora lo farete voi”. Con Clooney al corteo, Spielberg, Ariana Grande, Miley Cyrus, Jennifer Hudson e Demi Lovato.
Sul palco Yolanda Renee King, 9 anni, pronipote di Martin Luther King Jr. ha chiesto alla folla di ripetere le parole: “Io ho un sogno, un mondo senza armi e, citando le parole del leader che lottò per i diritti civili, “I have a dream”.
Da una intensa canzone di Sergio Endrigo: “E se tutta la gente, si desse la mano, allora si farebbe un girotondo, intorno al mondo”. L’Italia che cade nelle mani di del grillin-leghismo ha bisogno di un girotondo democratico come forse mai era accaduto e la sola speranza è che i giovani in larga misura estranei alla politica, in contestazione per quello che è diventata la partitocrazia, capiscano di dover essere padroni del loro futuro: che mandino in discarica i materiali di risulta del clamoroso crollo della sinistra completamente sgretolata, per rifondarla coerente con gli inediti dell’evoluzione sociale, tecnologica, innovativa che si profila nel mondo. Mano nella mano, si farebbe un bel “girotondo rivoluzionario”.
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