PRELIOS / SI RAFFORZANO GLI AMERICANI E ARRIVA PALENZONA

Novità in casa Prelios, il rampante ‘fondo’ creato da Massimo Caputi, il re del settore. Al vertice è  ufficiale la nomina di Fabrizio Palenzona, mentre gli americani si attestano all’86 per cento del capitale.

Partiamo da big Palenzona, numero due ad Unicredit fino a qualche mese fa. Forse gli hanno nuociuto, per la riconferma nel mega istituto di credito, svariate inchieste della magistratura e soprattutto quella della procura di Firenze che indaga sulle acrobazie finanziarie – secondo non pochi a base di riciclaggi – dell’imprenditore trapanese Andrea Bagarella, ottimo amico di Palenzona e – secondo gli inquirenti – molto legato a Matteo Messina Denaro. A carico di Bagarella, infatti, l’imputazione è quella di favoreggiamento a Cosa Nostra.

In passato Palenzona è stato indagato per altri legami, stavolta meno pesanti: ossia quelli con Giampiero Fiorani, l’ex capo della Popolare di Lodi e a sua volta legato a filo doppio con l’ex numero uno di Bankitalia Antonio Fazio.

Massimo Caputi

Sul fronte a stelle e strisce, il dominio Usa è stato sancito da due successive operazioni, andate in porto a fine 2017 e a fine febbraio. Protagonista ‘Lavaredo’, che come nella super classica tutta neve del Giro d’Italia, sta dando la scalata a Prelios. Si tratta di una società per azioni appena costituita dalla statunitense Burlington Loan Management, un veicolo d’investimento di diritto irlandese gestito a sua volta da un’altra sigla americana, la Davidson Kemper Capital Management.

Un bel gioco di scatole cinesi, per dar l’assalto a uno dei più rampanti fondi italiani, Prelios appunto.

Primo atto: l’acquisto del 44 per cento del pacchetto azionario targato Prelios da alcuni big che detenevano quote fino all’anno scorso, ossia Pirelli, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Fenice.

Poi il lancio di un’Opa per rastrellare altre azioni. L’operazione è terminata qualche giorno fa e adesso Lavaredo controlla l’86 per cento delle quote azionarie, con l’obiettivo dichiarato dai suoi vertici yankee di raggiungere il pieno controllo.

Ma saranno d’accordo i restanti soci? O venderanno cara la pelle e soprattutto le loro azioni? Quel restante 16 per cento, infatti, fa capo a tre big della finanza, vecchi e nuovi. Si tratta di Massimo Caputi, l’ex ras del parastato (per anni al vertice di Sviluppo Italia, oggi Invitalia) poi passato ai fondi, oggi al timone di Feidos; di Daniel Buaròn e Fulvio Conti, ex numero uno di Enel.

Molto dinamica Prelios. Tra le sue operazioni in cantiere c’è l’affare del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle. A dicembre 2016 è stata infatti sottoscritta un’intesa con la Roma Calcio, il Comune di Roma e la Eurnova del gruppo Parnasi: intesa più che mai attuale oggi, con gli americani di Burlington sul ponte di comando e le truppe a stelle e strisce di James Pallotta in campo per la Roma.


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