Il caso Manafort che sta investendo il numero uno della Casa Bianca Donald Trump sbarca in Europa. E tira in ballo pezzi da novanta della nomenklatura di mezzo continente. Uno dei nomi eccellenti è quello di Romano Prodi.
Sull’intrigo internazionale, a base di mega mazzette, indaga il super procuratore a stelle e strisce Robert Muller. Gli altri big coinvolti sono l’ex presidente polacco Alexander Kwasniewski, l’ex premier ucraino Viktor Yushenko e l’ex cancelliere austriaco Alfred Gusenbauer: i quattro avrebbero diviso un bottino da 2 milioni di euro – stando alle accuse – proveniente da Paul Manafort, l’uomo che ha coordinato la campagna di Trump per la corsa alla Casa Bianca e oggi al centro dell’inchiesta sul ‘Russiagate‘ che avrebbe condizionato quel voto.
Alcuni anni fa Manafort si è rimboccato le maniche per sponsorizzare gli interessi di un altro potente ex, il presidente dell’Ucraina Vicktor Yanukovich: un’operazione ‘coperta’, per evitare of course di incorrere negli strali della legge Usa che prevede appoggi lobbistici ma solo alla luce del sole.
Un gran giocoliere a tutto campo, Manafort, che cinque anni fa era in rapporti societari con Tony Podesta, fratello di John, il coordinatore della fallimentare campagna elettorale di Hillary Clinton. La sigla era ‘Podesta Group‘, cui teneva compagnia ‘Mercury‘, sempre impegnata sul fronte delle pubbliche relazioni a Washington.
Dalla mole di documenti dell’inchiesta Muller spunta un’altra sigla misteriosa, Hapsburg Group, a quanto pare riconducibile a Gusembauer, cancelliere a Vienna dal 2007 al 2008.
Cade dalle nuvole Romani Prodi, il ‘grande vecchio’ impegnato nella ritessitura dei rapporti in quel che resta – ceneri e poco altro – dalla fu sinistra. Ecco le sue parole: “non so di cosa mi si possa accusare. C’era una squadra che faceva conferenze in giro per l’Europa sul tema dei rapporti tra Ue e Ucraina. Le mie posizioni sono chiare: sono sempre stato a favore di un avvicinamento dell’Ucraina all’Unione europea”.
E aggiunge: “Mai sentito parlare di questo gruppo Hapsburg, mai sentito prima di adesso. Facevo semplicemente riferimento a Gusenbauer”.
Alla domanda, ‘mai incontrato Manafort?’, così risponde il due volte premier italiano e presidente della Commissione europea dal 1999 al 2004: “Penso proprio di no, faccio fatica anche adesso a capire chi sia”.
Dopo il caso Mitrochin che finì in una bolla di sapone, qualche grattacapo in più stavolta per il fondatore dell’Ulivo?
Nella foto Romano Prodi
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