Non lo sapevamo, ma Repubblica tifa Italo.
Il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, infatti, sta tirando una incredibile volata in vista della prossima quotazione in Borsa di NTV , la sigla fondata dal tris d’assi Luca Cordero di Montezemolo, Diego Della Valle e Gianni Punzo, che d’ora in poi si chiamerà Italo spa.
Lo sbarco a piazza Affari è previsto entro poche settimane, per marzo, appena sarà arrivato il disco verde dalla Consob. Per questo rombano i motori. Anche mediatici.
Ecco cosa scrive Repubblica il 31 gennaio in un reportage a quattro mani, firmato Sara Bennewitz e Luca Pagni.
Partiamo dall’incipit: “Dividendi consistenti e profitti in crescita. Per attirare gli investitori e convincerli a puntare sulla quotazione in Borsa di Italo, il presidente Luca Montezemolo e l’ad Flavio Cattaneo non stanno promettendo soltanto che i treni arriveranno in orario”, oggi una pura utopia, ma che “agli investitori vengono offerti generosi ritorni economici”.
“Lo rivela – rivelano a loro volta i due segugi finanziari – la lettura dei report delle banche d’affari che stanno accompagnando Italo verso la quotazione”.
E poi sottolineano: “I numeri sono di tutto rispetto già nel 2017: il rapporto tra ricavi e margine operativo è al 31,2 per cento ed è un rapporto che permette il pagamento di ricchi dividendi. Il primo sarà staccato a giugno, 30 milioni su 34 di utile, ma in futuro sarà pari almeno al 50-70 per cento dei profitti”.
Hanno la sfera di cristallo Bennewitz e Pagni? Sono dei preveggenti i cervelli finanziari di Repubblica?
Ma proprio da loro arriva una risposta al rebus. La previsione più rosea è stata effettuata da Banca IMI, ‘global coordinator’ dell’operazione. In soldoni, chi organizza tutta la sceneggiata finanziaria? Proprio IMI, controllata ‘globalmente’ dal gruppo Intesa-Sanpaolo, che in tutta la story riveste più ruoli.
Incredibile ma vero, infatti, Intesa-Sanpaolo è oggi azionista di NTV al 19 per cento. Ma è anche la principale banca creditrice, avendo tra l’altro fornito tutto il carburante necessario, otto anni fa, per lo start di Italo, quando Corrado Passera era al timone dell’istituto. Ed è oggi proprio il colosso guidato da Carlo Messina a sovrintendere su tutta l’operazione per lo sbarco in Borsa!
Prevede ancora Repubblica: “Nel 2018 Imi stima che i profitti lieviteranno a quota 71,4 milioni (e 91,4 l’anno successivo)”.
Eccoci al finale champagne: “Ma quanto vale Ntv?”, si chiedono i reporter del quotidiano diretto da Mario Calabresi. Secondo la stima redatta da un importante osservatorio finanziario, Kepler Cheuvreux, “ha un valore d’impresa di 2,15 miliardi che, sottratti i debiti, porta ad una capitalizzazione del gruppo di 1,7 miliardi”.
E viene aggiunto: “Imi invece non fa una valutazione. In quanto azionista sarebbe in conflitto”.
Ma allora: tutte le cifre sbandierate prima quale lontano senso hanno? Non c’è un qualche odore di aggiotaggio? La Consob non ha nulla da dire, è al solito dormiente?
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