Ennesima prova del fuoco, per il numero uno di Forza Italia, in Campania, dove – secondo Repubblica – “i clan azzurri tengono in scacco Berlusconi”.
Una storia che, a quanto pare, si ripete. A partire da quell’episodio che tutti all’epoca – stiamo parlando della bollente estate 2009 – vollero leggere solo in chiave ‘hot’, con un allora Cavalier bollente sulle tracce della biondissima partenopea Noemi Letizia. Una love story che tenne banco per mesi e mesi, e sempre seguendo un copione para boccaccesco.
La Voce, invece, realizzò due controinchieste nei numeri di giugno e luglio 2009, che fornivano una ben diversa lettura di quell’episodio, titolate “Isso, Esso e ‘a Malavita” e “Ore contate”, le quali raccontavano di un vero e proprio assedio nei confronti del Cavaliere da parte dei clan: non solo azzurri, ma di vera e propria camorra.
Ecco, in sintesi, quello che allora abbiamo ricostruito.
Silvio Berlusconi in veste di premier aveva in precedenza promesso – e così poi fu – di tirar fuori la Campania dall’emergenza, grazie a San Gennaro Guido Bertolaso, nominato commissario straordinario per i rifiuti. Ma i luogotenenti berlusconiani sul territorio, con ogni probabilità, per far in modo che quella promessa potesse realizzarsi, avevano stretto non pochi patti col diavolo, e cioè i clan. Si sa che se la monnezza improvvisamente sparisce, se le montagne di rifiuti d’incanto si volatilizzano, è solo perchè i boss lo decidono.
Così fu, miracolo a Napoli. E in Campania. I sacchetti prodigiosamente sparirono dalle strade e San Bertolaso riuscì i liberare i palazzi fino a quel momento sepolti sotto le monnezze.
Ma non pochi, allora, lessero quel miracolo come un fatto un po’ più terreno. Per espresso volere dei capibastone che avevano deciso di ‘collaborare’.
Un patto che, però, andava in seguito rispettato. Ed è così che – nella ricostruzione della Voce – si inquadrava la Noemi Letizia story: un Cavaliere sotto scacco, al quale i patti andavano ricordati e al quale soprattutto andava inviato un ‘segnale’, un ‘avvertimento’: in quel caso bastava una mini-vicenda a sfondo un po’ sexy, noto tallone d’Achille per il Cavaliere dopo le bravate via Ruby.
Nella stessa ricostruzione facevano abbondantemente capolino i nomi di Luigi Cesaro, oggi tornato alla ribalta con la ri-candidatura che ha scatenato il putiferio, e dell’ex sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino.
Quando il passato torna. Con prepotenza.
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