Sanità nella bufera a Napoli. Accertamenti a raffica delle Fiamme gialle non solo nelle cinque facoltà che fanno capo alla Federico II, ma anche alla seconda Università di Napoli, il Vecchio Policlinico. Mentre l’Autorità Anticorruzione boccia l’appalto delle pulizie al Cardarelli affidato alla Romeo Gestioni, riconducibile ad Alfredo Romeo, mister Consip.
Sul primo fronte sotto i riflettori l’attività di 260 docenti universitari, per accertare se – nonostante il contratto di esclusiva firmato con l’università – svolgano anche attività privata, soprattutto come consulenze o “consigli professionali remunerati”.
Il danno erariale, secondo le prime stime, supera il milione di euro. Soldi sottratti alle casse universitarie e invece finite a rimpiguare i conti correnti di medici e professionisti che hanno nascosto, violando la legge, la seconda o le seconde attività. La guardia di finanza agisce in sintonia con la Corte dei Conti, cui spetterà la quantificazione finale del danno erariale prodotto. E procedere al recupero delle somme.
Sul fronte del Cardarelli, si tratta del primo episodio nella Romeo story scoppiato mesi fa, ancor prima della vicenda Consip, che in qualche modo è nata da alcune intercettazioni effettuate proprio per far luce su quell’appalto per le pulizie. Era stato il titolare di una società concorrente, la Florida 2000, a denunciare alcune anomalie alla stessa Anac. Si parlava di “condizioni di gara vantaggiose”, di uno strano ribasso da 20 milioni per aggiudicarsi la commessa, “con la consapevolezza della futura applicazione di condizioni diverse in sede esecutiva”.
Alla conclusione dell’indagine, l’autorità guidata da Raffaele Cantone ha evidenziato che esiste una sensibile differenza “tra l’importo offerto in sede di gara e quello risultante dal contratto”. E poi: “la tipologia di appalto scelto non garantisce la certezza della spesa”, “è stato modificato in sede esecutiva il costo del personale rispetto all’offerta prodotta in gara”.
Non è finita, perchè “sono insufficienti le motivazioni relative agli incrementi dell’importo dell’appalto in fase esecutiva”.
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