Io invidio, tu invidi, egli invidia: noi invidiamo – Il Racconto di Luciano Scateni per il 31 dicembre

L’invidia ti può nascere dentro con tre gradi di virulenza: bassa, media, massima.

Esserne esenti è cosa rara e da millenni è insita nella natura dell’intera umanità, con ammirevoli, ma rare eccezioni. La storia, in equilibrato mix con la leggenda, racconta la società dei cavernicoli, di boss dell’era trogloditica molto simili ai capibastone del nostro tempo: palestrati, per naturale esercizio muscolare richiesto dal mors tua vita mea dell’epoca e armati di potenti clave, vivevano di privilegi conquistati a randellate. Godevano delle migliori caverne, delle più prosperose femmine dell’area di loro dominio e risparmiavano le energie richieste dalla caccia, con l’imposizione della “decima”, cioè del diritto a un decimo delle prede altrui. I sottomessi mugugnavano, obbedivano e coltivavano un sano, deciso sentimento di invidia per i potenti.

 

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