DIFENSORI CIVICI / IN ATTESA DEL CONSIGLIO DI STATO

Querelle per la nomina del difensore civico alla Regione Campania. Si è ora in attesa della decisione del Consiglio di Stato, prevista a breve, che dovrà mettere nero su bianco se nella scelta deve prevalere il merito professionale, la competenza, oppure l’appartenza partitica. Se deve avere la meglio il criterio della comparazione (tra i curricula) o quello della raccomandazione.

Sembra un esito scontato, stando anche a due precedenti pronunce: ossia le sentenze emesse dello stesso Consiglio di Stato nel 2015 (la numero 807) e nel 2016 (la numero 4718), nelle quali, appunto, era stato sottolineato come quello della comparazione debba prevalere su ogni altro criterio. E così era successo in un caso precedente che ha riguardato il Comune di Napoli, con una sentenza, la numero 6394, pronunciata nel 2009.

Ma qual è la materia del contendere? A settembre il Consiglio regionale ha eletto come Difensore civico Francesco Eriberto D’Ippolito, avvocato, già componente del Corecom, ossia il Comitato regionale di controllo sul sistema radiotelevisivo regionale e direttore della Fondazione De Martino.

“Per l’incarico nell’Ente privato finanziato dalla Regione, indicato da legge è sottoposto a specifica regolamentazione regionale, sussiste una evidente causa non tanto di incompatibilità quanto di totale inconferibilità” – sottolineano alcuni avvocati amministrativisti. Che così chiariscono: “se la Fondazione in oggetto ha ricevuto, come ha  ricevuto, fondi dalla Regione,  ciò costituisce una evidente causa di inconferibilità. E molto meglio avrebbe fatto il consiglio regionale ad escludere il nominativo fin dalle battute iniziali. Poi la collaborazione e consulenza quale membro del Corecom, eletto dallo stesso Consiglio regionale, lo mette fuori gioco anche come ineleggibile”.

La valutazione non è avvenuta. “Invece – viene ancora osservato – la legge fa obbligo di valutare  le candidature. Questa, poi, non doveva passare neppure al vaglio iniziale. E’ evidente che hanno fatto  una grande, indifferenziata imbarcata per poi scegliere un candidato con minore peculiare competenza giuridico-ammininistrativa e anche inconferibile e ineleggibile”.

Quella cifra stanziata in precedenza dalla Regione a favore della Fondazione guidata da D’Ippolito, poi, non era una quisquilia. Anzi, si tratta di somme cospicue, visto che ad una prima tranche da 55 mila euro è poi seguita un’altra da 50 mila.

Quindi la Corecom story, con la nomina all’interno del Comitato. Circostanza, anche questa, che diventa palese causa di ineleggibilità. Inoltre – come recita espressamente la normativa regionale –  “nessun soggetto può essere nominato più di una volta dal Consiglio”.

Dalla Lombardia non arrivano notizie migliori. Il neoeletto come Difensore civico, Carlo Lio, è ancora avvitato alla sua poltrona, nonostante il fioccare di ricorsi per la totale ineleggibilità, visto il curriculum presentato, totalmente inadeguato. Con una perla: la “licenzia media”, come hanno documentato in un esilarante servizio le ‘Iene’.

Una nomina difesa a denti stretti dal Consiglio regionale lombardo e dallo stesso presidente della giunta Roberto Maroni: nomina neanche politica, ma tutta sottopartitica. Alla faccia di meriti, competenze e neanche lo straccio di una comparazione, come invece prevede la legge.

E si tratta di cariche pubbliche per la Difesa dei Cittadini…

 

potere

 

foto consiglio di stato


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