STELLE A MILANO / FACCIA A FACCIA TRA DI PIETRO E MASTELLA

Confronto fra titani, a Milano, sulla vecchia Tangentopoli. Protagonisti il numero uno di quella stagione Antonio Di Pietro e l’ex guardasigilli Clemente Mastella.

“Rifarei mille volte Mani pulite”, ha proclamato l’ex pm. Il quale ha aggiunto che tutto è stato fermato dopo il suicidio di Raul Gardini, che il giorno seguente si sarebbe dovuto recare proprio da Di Pietro per un interrogatorio decisivo. “Se no Mani pulite andava avanti”, secondo il fondatore di Italia dei Valori.

Nessuna spiegazione, invece, sui mancati interrogatori all’uomo a un passo da Dio, quel Pierfrancesco Pacini Battaglia che tutto sapeva su Tangentopoli e soprattutto sulla maxi tangente Enimont. Perchè Di Pietro non è riuscito a farlo parlare? Come mai con lui ha usato un insolito guanto di velluto?

Lo stesso pm ha aggiunto di aver scoperto solo la metà del bottino di quella maxi tangente da 150 miliardi di vecchie lire. L’altra metà – ha detto – “non so che fine abbia fatto. Ho fatto una rogatoria internazionale al Vaticano per lo IOR ma nessuno ha mai risposto”.

Non era più semplice – ripetiamo – farselo spiegare da Pacini Battaglia che tutto sapeva? Ha giovato a Pacini avere un avvocato difensore come Giuseppe Lucibello, storico amico di Di Pietro?

Al dibattito fra titani di Milano l’altra stella era Mastella, poche settimane fa assolto dalle accuse per cui poi cadde il governo Prodi, del quale era guardasigilli dieci anni fa.

Da Mastella critiche allo stesso Prodi, “che non ha commenato la mia assoluzione, non ha detto come mai si è verificato tutto. Perchè per fregare il governo Prodi si è fregato Mastella”.

Ha poi aggiunto di aver in mente una rifondazione del suo Udeur. “Se lo rifaccio è per quelli che erano con me e in questi anni sono stati vilipesi”.

Sulla sua collocazione, a destra al centro o a sinistra, non ha scoperte lo carte. “La collocazione di Mastella rimane un mistero”.

Per quest’Italia, ottimo e abbondante.


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