Usque tandem (fino a quando) via libera al neofascismo?

Prove tecniche di svoltata a destra. Per rodarle. ecco la furba scelta di un test in Europa, in un’istituzione di cui l’italiano medio sa poco o niente. I fatti: Mirelle D’Ornano, Sophie Montel e Florian Philippot, costei già alter ego di Marine Le Pen, cioè dell’ultradestra francese, approdano al gruppo del parlamento europeo che mette insieme Farage, implicato nella faccenda di 200mila sterline ricevute dal suo partito, su cui Bruxelles indaga e i disinvolti esponenti del Movimento 5Stelle. Costoro provano a sciacquare i panni sporchi di famiglia. Dicono di aver votato contro l’accoglienza nel gruppo delle tre neofasciste francesi. Ma ha torto il Pd, che accusa i pentastellati di continuità senza vergogna con xenofobi e razzisti? E soprattutto, l’inquinante alleanza è il prologo di intese post elettorali dei grillini con la destra italiana?

Sembra proprio che l’antifascismo sia la dote residuale di chi del ventennio è stato vittima, perché perseguitato, mandato a morire in una guerra intrapresa per la follia megalomane di Mussolini, di chi da studente si è scontrato con coetanei affetti da rigurgiti restauratori del regime. Sembra che a queste categorie appartenga sempre meno la politica che si rappresenta nei partiti democratici. Come spiegare altrimenti la baldanza impunita di gruppi neo fascisti come Forza Nuova, Casa Pound che (“me ne frego”) commettono evidenti reati di apologia, considerata reato dalla Costituzione? A lasciarli fare si corre il rischio che incombe sulla comunità di Ostia, a due passi da Roma capitale, dove a dar retta ai sondaggi, l’estremismo di destra potrebbe diventare ago della bilancia nella formazione di un esecutivo di destra dopo le prossime elezioni di novembre.

Maglie, centro di accoglienza di migranti: sul muro della struttura la scritta Arbeit Macht che appariva nei lager nazisti. Nei giorni precedenti altre scritte razziste. Analoga xenofobia nella vicina Alezio. Bruciate cinque biciclette usate dai profughi.

Il movimento del comico genovese (o si deve dire di Di Maio?) concorre con molte chance di successo alla gara delle gaffe. L’ l’ultima si deve alla sindaca di Torino Appendino, In un video si rivolge dall’auto in direzione Roma ai suoi elettori e parla di conti del Comune che guida come prima cittadina. Fa cenno anche a multe ed educazione civica, ma…ma in plateale contraddizione, viaggia senza la cintura di sicurezza. Beccata dagli utenti dei social chiede scusa con un poco convincente e auto assolutorio “La metto sempre”.

L’acume di Michele Serra coglie il non sense di un componente dell’esecutivo di Genova, dell’assessore leghista alla sicurezza che per esprimere in concreto la xenofobia del partito a cui appartiene, ha inventato una “vendetta” anti emigranti, con la proposta di imporre ai migranti presenti in città una tassa di soggiorno. L’idea punitiva, rileva Serra, ha le caratteristiche del boomerang. Torna al mittente. Se pagassero davvero la tassa imposta ai turisti, i migranti potrebbero trasformarla in diritto di accoglienza. Aggiunge l’autore di “Amaca”, che sanerebbero, almeno in parte, il deficit anagrafico di Genova provocato dall’esodo di un terzo della popolazione residente negli ultimi trent’anni.

Sono novanta i giorni di latitanza di Igor Vaclavic, nome di comodo del serbo Norbert Feher, l’assassino di un barista e di una guardia volontaria uccisi ad Aprile. Risultato zero di una caccia all’uomo mai così imponente e la vedova di una delle vittime, aiutata da amici di famiglia, ha promesso 50mila euro per segnalazioni utili alla cattura da vivo del pluriomicida, 25mila se da morto. In mancanza di risultati, dopo tre mesi ha rinnovato i termini della taglia. Conseguente riflessione: il caso Feher spiega come siano possibili le latitanze pluridecennali di criminali nazisti e boss della mafia, primo fra tanti Matteo Messina Denaro, inutilmente ricercato dal 1993.


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