Napoli senza ali. Palazzo San Giacomo ha deciso di vendere uno dei gioielli di casa, la storica partecipazione nella Gesac, la società per i servizi aeroportuali ormai sotto il controllo della irlandese Rayan Air, peraltro in grosse difficoltà.
Per far cassa, infatti, il Comune guidato dall’arancione Luigi de Magistris ha deciso di indire un bando di gara per cedere la sua partecipazione, pari al 12 per cento, e valutabile in 3 milioni 250 mila euro.
Dicono in Municipio: “stiamo cercando di vendere un po’ di tutto per fare liquidità, tra le nostre partecipazioni, altrimenti rischiamo sul serio il dissesto. Il governo Renzi prima e Gentiloni adesso ci tiene sotto scacco, se non raggranelliamo un po’ facciamo crac”.
Intanto sbarca a Napoli Angelino Alfano, in visita presso lo stabilimento di ALA, una società che si occupa di realizzare componenti per i velivoli, molto attiva sul fronte estero.
Nella società aveva lavorato Roberto Scaramella, poi passato a Meridiana, quindi approdato pochi mesi fa all’Anav, la società pubblica sul controllo dei voli: una nomina partorita dall’ultimo scorcio del governo Renzi.
Da rammentare en passant che si tratta del fratello di Mario Scaramella, il faccendiere del giallo Livtinenko, la spia russa ammazzata dieci anni a Londra con una tazzina di tè al polonio.
Sorge spontanea la domanda: come mai il ministro degli Esteri Alfano fa visita ad uno stabilimento privato e se ne fotte di fare una capatina a Capodichino, dove comunque è acquartierata la Gesac ancora per un po’ – e per piccola fetta – pubblica? Mistero.
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