Eravamo ragazzi e la nostra estate spartana era possibile solo in campeggio autofinanziato, nel senso che la vacanza si pagava con il lavoro di gestione dei “tukul” in fitto settimanale ad agenzie turistiche internazionali. Con i giovani tedeschi, a sera, accanto ai falò accesi sulla spiaggia, si tentava di capire se avessero consapevolezza della sciagura mondiale provocata dal nazismo. Erano reticenti per lo più e non di rado negavano l’evidenza, fino a sostenere che se la Germania avesse vinto la guerra il mondo occidentale sarebbe stato migliore, ariano, ma economicamente e politicamente virtuoso. Quei giovani sono ora adulti e sollecitano la domanda: “quanti di loro, aderiscono ad Alternative Fur Deutschland, all’ultradestra che invaderà il parlamento tedesco con novanta deputati, ovvero con negazionisti dell’olocausto, xenofobi, complottisti, ex spie, portatori di rigurgiti nazisti, fanatici di Hitler, ex collaboratori della Stasi, polizia segreta della Germania Est? Non era immotivato il timore di ritrovarci quei giovani divenuti adulti nel coacervo di nostalgici del nazifascismo che non mancano neppure in Italia, in formazioni estremiste esplicite o latenti, cioè coperte dall’ombrello di partiti che strumentalmente ne prendono le distanze.
Sbaglia chi denigra i lavoratori di supporto alle attività istituzionali, specialmente se della Regione. Fannulloni, vacanzieri a sbafo, sfaticati? Tutti insulti gratuiti, immotivati, almeno a giudicare dai ventimila euro di straordinari incassati nei mesi di giugno e luglio dai dipendenti. Altro che scansafatiche, in Puglia si lavora alacremente, oltre l’orario sindacale. Certo, rimane il dubbio che le gratificazioni extra stipendio siano un gradito dono per finanziare le vacanze di agosto. Forse è una malignità, o forse una cruda realtà. In sessanta giorni, cioè nei citati mesi di giugno e luglio il consiglio regionale si è riunito solo sei volte e due sedute non si sono tenute in mancanza del numero legale. Come dire, il contrario di un’attività intensa. Solo straordinari? Ovvio, no. Anche rimborsi viaggio per raggiungere da casa la sede della Regione e 48mila euro per il personale in “missione effettiva permanente”. Cosa ne penseranno gli operai pendolari che ogni mattina raggiungono la fabbrica da luoghi lontani, pendolari non rimborsati?
In tema di risorse regionali. Il presidente della Lombardia, il leghista Maroni, sottrae l’assegno ai disabili gravissimi e incolpa il governo ma intanto le associazioni che tutelano i malati sono al collasso. Il contributo della Regione è di mille euro e il Comune lo integra con altri 800 euro. Il taglio deciso da Maroni rende impossibile assistere i malari gravi. Motivo? Il governo ha esteso il diritto ai benefici, ma non ha aumentato le risorse. Il punto della questione è un altro: un’accurata indagine sui criteri di spesa delle Regioni accerterebbe sprechi e impieghi discutibili e perciò la disponibilità a mantenere il sussidio alle famiglie di ammalati gravi.
Non avendo competenze giuridiche specifiche è arduo emettere la sentenza sui casi di condannati per omicidio che dopo una breve soggiorno in carcere tornano a casa, ai “domiciliari” e il comune senso della giustizia non se ne fa una ragione. L’ultimo episodio ha come protagonista Francesco Mazzega, che a luglio di un anno ha ucciso la fidanzata, Nadia Orlando. L’ha strangolata e ha girato tutta la notte con il corpo della vittima nell’auto. Ora è ospite dei genitori. A nulla è servita la petizione con decine di migliaia di firme perché l’assassino rimanesse in carcere.
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