Sono contrario all’idea che una sola superpotenza, gli Stati Uniti, debba decidere se fare o no la guerra, per presunte esigenze di lotta al terrorismo, coinvolgendo tutti gli altri Paesi, come è avvenuto finora con l’Iraq, l’Afghanistan , la Libia e la Siria. Salvo poi a dire dopo anni “abbiamo sbagliato, ci scusiamo”, come hanno fatto Bush e Blair molti anni dopo avere scatenato la guerra al’Iraq, che ha portato all’ISIS e alla crisi mondiale.
Di fronte alla provocazione di Kim Jong-un, qualunque soluzione militare unilaterale sarebbe foriera di un disastro atomico non solo per i Paesi coinvolti nella crisi, ma per tutto il mondo. Occorre seguire la strada tracciata dai nostri padri costituenti con il trattato di Barcellona (1995) e da Isaac Rabin, ucciso per la sua idea di pace giusta con due Stati. Occorre operare per rafforzare ed allargare l’Europa, includendo i paesi della riva sud del Mediterraneo, tra cui Israele , la Palestina , l’Iran e la Siria, per creare una zona di cooperazione economica e scambio, sviluppo, sicurezza e pace, come voleva il trattato di Barcellona. Ogni Paese deve accettare, in condizione di parità con gli altri Stati, limitazioni della sovranità necessaria alla creazione (articolo 11 Costituzione) di tale organizzazione. Questo obbiettivo deve essere solo una fase intermedia verso la creazione di un governo mondiale delle Nazioni Unite. Siamo intrappolati in una situazione in cui la terribile insicurezza che regna nel mondo minaccia oggi qualunque cittadino di qualunque paese. A causa della nostra incapacità di risolvere il problema dell’organizzazione internazionale, il progresso tecnologico ha di fatto consentito la produzione di armi atomiche in grandi quantità e acuito i pericoli che minacciano la pace e l’esistenza stessa dell’umanità. L’Europa deve agire per promuovere il rafforzamento delle nazioni unite.
Di fatto, le Nazioni Unite sono un’istituzione importante e utile solo a patto che i popoli e i governi del mondo la considerino un sistema transitorio verso l’obiettivo finale dell’istituzione di un’autorità soprannazionale, dotata di poteri legislativi ed esecutivi sufficienti a mantenere la pace. Il presente impasse dipende dalla mancanza di un’autorità sovranazionale adeguata e affidabile. Nessuno si illuda che la crisi riguardi solo Nordcorea, Sud Corea, Giappone e Stati Uniti.
“La sicurezza è indivisibile”, diceva Einstein. La si potrà raggiungere soltanto quando ovunque saranno osservate e applicate le necessarie garanzie di legge, in modo che la sicurezza militare non sia più un problema di singoli Stati. Ogni cittadino deve scegliere. Se accetterà la inevitabilità della guerra, non potrà che accettare il disastro mondiale. Se ogni cittadino si renderà conto che la sola garanzia per la sicurezza e la pace è il costante sviluppo di una zona euromediterranea e di un governo sovrannazionale, allora farà quanto in suo potere per rafforzare le Nazioni Unite. A me sembra che ogni cittadino al mondo ragionevole e responsabile debba aiutare le NU a consolidare la propria autorità morale attraverso decisioni audaci. Prima di tutto occorre accrescere l’autorità dell’Assemblea Generale modificando in modo radicale il metodo delle rappresentanze alle NU. L’attuale metodo di designazione dei rappresentanti per scelta governativa non lascia alcuna libertà al designato. La scelta ad opera dei governi non consente ai popoli del mondo di sentirsi rappresentati in modo giusto e proporzionale. L’autorità morale delle NU aumenterebbe in misura considerevole se i delegati venissero eletti direttamente dal popolo. Se fossero responsabili di fronte a un elettorato, essi sarebbero molto più liberi di seguire la propria coscienza.
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.