Lo si aspettava da un po’ ma succede solo adesso. L’unico erede di Marco Tronchetti Provera, il rampollo Giovanni, fa ingresso nel consiglio d’amministrazione di Pirelli, dove ormai da qualche anno si parla cinese.
La storica casa del pneumatico, infatti, è passata sotto l’ombrello del big giallo ChemChina.
I due Tronchetti, adesso, possono festeggiare dopo due anni di assenza il ritorno in Borsa. Patròn Marco, il marito di Afef, è stato confermato numero uno fino al 2020, poi si vedrà. Difficilmente, però, potrà passare il testimone al figlio. Su questo punto, a quanto pare, i cinesi non intendono cedere.
Da una partita all’altra: fino a quanto gli stessi padroni di ChemChina terranno fede all’impegno di non trasferire baracca e burattini – ossia gli stabilimenti produttivi – dalle loro parti? Staremo a vedere.
E sorge spontaneo un altro interrogativo: fino a quando casa Tronchetti manterrà la sua quota di minoranza?
Almeno, però, i Tronchetti possono dormire sonni tranquilli sul fronte delle fastidiose accuse di spionaggi ai tempi di casa Telecom. Candido come un giglio, super Marco: a sua insaputa – così ha stabilito per sentenza il tribunale di Milano – i suoi dipendenti e i suoi 007 spiavano gli amichetti di Afez, i rivali juventini come Luciano Moggi o il bomber di casa Inter Bobo Vieri.
Nella foto Giovanni Tronchetti Provera col padre Marco e la sorella Ilaria
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