“La Coca Cola fa più male dell’amianto”.
Queste le incredibili parole pronunciate dal vecchio patròn dell’Isochimica, Elio Graziano, nel corso dell’ultima udienza al processo per la strage dei 330 operai uccisi per scoibentare le carrozze ferroviare che venivano lavorate negli stabilimenti irpini dell’Isochimica, la quale faceva appunto capo al presidente dell’Avellino Calcio Elio Graziano.
Un processo che si sta svolgendo nell’aula bunker del tribunale di Napoli e che vede in primo piano la responsabilità delle Ferrovie di casa nostra, che negli anni ’80 avevano allegramente appaltato alle imprese di Graziano quelle lavorazioni poi costate la vita per tanti operai.
Nel corso dell’ultima udienza, fra l’altro, diversi testimoni hanno ribadito la presenza di “almeno due tecnici delle Ferrovie sui luoghi di lavoro, addirittura con tanto di ufficio sul posto, addetti alle fasi di smontaggio, decoibentazione dell’amianto e rimontaggio dei nuovi pannelli isolanti all’interno delle carrozze”. E quindi ben a conoscenza di tutto quanto veniva operato.
Come mai – sorge spontanea la domanda – le Ferrovie non sono oggi sul banco degli imputati, come ad esempio è avvenuto per la strage di Viareggio?
Non è mai troppo tardi.
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