TERREMOTO A ISCHIA / GLI SCIACALLI SECONDO DE LUCA

Nel dramma di Ischia c’è anche tempo per un Crozza show. Quando il governatore Vincenzo De Luca, l’uomo che ha portato la penicillina in Campania, se la prende con gli ambientalisti e li accusa di sciacallaggio. Come sciacallo è chiunque osi mettere in correlazione abusivismo & terremoto.

Altrimenti si sveglia un altro vulcano, quello targato De Luca.

Vincenzo De Luca

Vincenzo De Luca

Che così erutta. “In Italia siamo abituati ad avere due facce delle tragedie: quella drammatica dei feriti, dei morti, delle attività economiche messe in crisi e quella dello ‘sciacallaggio’, delle strumentalizzazioni, della confusione tra questioni che non c’entrano niente con il terremoto”.

E così descrive i fatti: “E’ crollata un’abitazione vecchia e sono crollati dei cornicioni in un immobile costruito nel secolo scorso. Nessuna connessione tra questi fatti e l’abusivismo”.

Quisquilie. Pinzellacchere. Beghe giornalistiche.

Un uomo politico che, al contrario, si è speso anni fa in una reale e non farlocca guerra all’abusivismo nell’hinterland campano e proprio a Ischia è stato Amato Lamberti, lo storico fondatore dell’Osservatorio sulla camorra al quale collaborava Giancarlo Siani, il cronista ammazzato da manovalanza delinquenziale e da mandanti ancora oggi a volto coperto.

Lamberti, ad inizio anni 2000, è stato per due mandati presidente della Provincia di Napoli, quando era ancora un ente degno del ruolo allora affidatogli: bastava avere la volontà politica – come Lamberti, autentica mosca bianca, aveva – di farlo funzionare.

Ed ecco che il sociologo (era docente alla Facoltà di Lettere a Napoli) prestato alla politica tra le fila dei Verdi diventa assessore nella prima giunta Bassolino a Palazzo San Giacomo, in prima linea contro la camorra, e poi passa al vertice di palazzo Matteotti, portando finalmente una ventata di trasparenza nel settore degli appalti, dei fitti scolastici (un mare di soldi buttati), nella gestione delle infrastrutture idriche (altro piatto ghiotto per i clan) e stradali.

Aldo De Chiara

Aldo De Chiara

Un suo pallino, poi, era Ischia. Più volte convocò riunioni di tutti i sindaci dell’isola, per avviare un piano comune per il risanamento idrogeologico e per combattere, ad esempio, l’erosione delle spiagge. Fu lui a pensare al ripascimento di quei lembi di terra altrimenti inghiottiti dal mare.

Ma il suo esempio non fu più seguito. E le eterne bagarre di tipo feudale tra i primi cittadini isolani hanno avuto regolarmente le meglio.

Un’altra mosca bianca a difendere l’isola verde dall’assalto del cemento speculativo Aldo De Chiara, lo storico pretore antiabusivismo a Napoli. La Voce lo intervistò, proprio sul tema bollente, nel primo numero della sua nuova edizione, aprile 1984, in un’inchiesta titolata “Mattone impazzito – La mappa del neoabusivismo a Napoli e provincia”. Proprio nelle “more del condono edilizio”. Così raccontava De Chiara: “prima di ottobre avevamo una media di 500 denunce al mese per costruzioni abusive. Ora oltrepassiamo la media delle mille. Anche quando si interviene i sigilli vengono violati nel 100 per cento dei casi, arrivano a farlo fino a 4-5 volte di seguito. Ne hanno interesse per completare in fretta le opere, gli autori sono processati a piede libero, il gioco vale la candela. Ma ora stiamo procedendo con gli arresti”.

Sono passati 33 anni ma c’è chi ancora oggi se ne fotte del territorio e difende speculatori, abusivisti & mattonari.


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