IL MARE NON BAGNA NAPOLI / DA POSILLIPO A BAGNOLI E’ ABUSO CONTINUO

Sos balneazione a Napoli. Per chi non accetta di pagare per un tuffo 10-15 euro nei lidi privati che corrono lungo Posillipo fino a Coroglio e Bagnoli non resta che piangere.

Fresco il sequestro di pezzi di spiaggia a ridosso dell’ex Italsider, un’area che da vent’anni aspetta la bonifica per ora ferma nelle aule di tribunale: è in corso l’inchiesta per la mancata bonifica costata comunque la bellezza di 200 milioni di euro e passa per le casse dello Stato.

Giorni fa sono stati effettuati dei controlli attraverso sofisticate apparecchiature – sorte di grosse calamite – che hanno accertato la presenza di metalli pesanti e residui tossici d’ogni specie, sedimentati in decenni di sversamenti illegali.

Descrive un abitante di Bagnoli: “quel mare stupendo di Bagnoli, di Coroglio e di Trentaremi è stato ucciso. Un tempo c’erano pesci di ogni tipo, adesso è solo inquinamento e la fauna marina è sparita. Sulla collina di Trentaremi sono stati sversati dall’Itasider e dall’Eternit montagne di amianto che man mano, anche con le piogge, si sono riversate a mare. E nessuno negli anni ha mosso un solo dito per fronteggiare una situazione di pericolo pubblico per la salute”.

Il lungomare di Posillipo è ormai tutto privatizzato. Lidi in concessione a vita, pratiche che puzzano lontano un miglio, cifre irrisorie pagate per una costa che – al contrario – dovrebbe essere lasciata alla fruizione pubblica dei cittadini.

Racconta chi vive da decenni a piazza San Luigi, nel cuore marino di Posillipo. “Ormai al pubblico non è lasciato più niente, c’è solo un piccolo spazio, il Lido delle Monache, che però non è fornito nemmeno di un bagno chimico, per cui le centinaia di persone che lo affollano devono arrangiarsi. Perchè non interviene il Comune che invece pensa al Corno per il prossimo Natale?”.

E continua: “nei lidi privati è prezzo pazzo, e nessuno va a vedere quanto pagano i concessionari per quegli spazi, senza neanche garantire quanto è previsto dalla legge come spiaggia libera vicina, un ulteriore abuso che non ci vorrebbe niente a verificare. Fanno affari con la pala, anche organizzando pranzi e feste a mare. Da poco i carabinieri hanno sequestrato un paio di cucine abuvise, ricavate nel tufo e senza alcuna garanzia igienica. E il Comune sta a guardare…”.

 


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