Saviano-Salvini, nemici per la pelle

Ma la scorta a Saviano non era stata tolta allo scadere di dieci anni di tutela? E poi proteggerlo, come e da chi? In corso di avanzata popolarità l’autore di Gomorra ha incontrato folle di ammiratori in ogni luogo aperto o chiuso. Per esempio a Napoli, al Ponte di Tappia, dove si aprono la vetrine della Feltrinelli. Impedire a un killer di farlo fuori? Impossibile. Vale insomma la saggezza di chi se ne intende di malavita. Saviano ucciso dalla camorra sarebbe diventato il più scomodo martire, antagonista dei Casalesi. Che infatti non hanno mai provato a farlo fuori. Chi segue queste note quotidiane sa cosa penso di Salvini e degli italiani che tifano per questo razzista, sessista, rozzo, fascistoide subumano, che la nostra traballante democrazia rischia di trovarsi tra i piedi se il prossimo turno elettorale dovesse assecondare l’ipotesi di un governo di destra vincente con la coalizione Forza Italia-Lega-Fratelli d’Italia, cani sciolti del centrismo con la deriva destrorsa, Casa Pound e Forza Nuova. La iattura di una simile prospettiva veste di paura gli incubi di chi spera ancora nella ravveduta saggezza elettorale degli italiani. Amen. Detto di Salvini, gli si può riconoscere con mille riserve di aver rivelato che Saviano è ancora inutilmente sotto scorta. La storia spiega perché inutilmente. Leader politici, magistrati, perfino un papa, superprotetti da poderose scorte, hanno subito attentati, la maggior parte con l’aggravante delle vittime dei loro protettori.

Di inedito, tra l’autore di Gomorra e il successore di Bossi, c’è un arroventato scambio di “complimenti”. Lo scrittore, e lo condividiamo, non lesina giudizi sprezzanti su Salvini. Definisce il suo italiano sgrammaticato, terrificante e dichiara “non se ne può più di questo politico improvvisato che cerca con le affermazioni più banali di attirare la canaglia razzista”. Salvini non entra nel merito delle “imputazioni”, ma in stile mussoliniano minaccia “Se andiamo al governo gli leviamo la scorta”.

La Federazione della Stampa sul dittatoriale annuncio: “Il caldo fa male a Matteo Salvini. Sono dichiarazioni di inaudita gravità e violenza”.  Il senatore del Pd  Marcucci: “Secondo Salvini, la scorta va data soltanto a chi sta simpatico a Salvini. Delira”. Allude alla protezione di cui gode il leghista.

I corollari di un botta e risposta senza mezzi termini. Saviano (sostenitore di Medici senza frontiere): “Le Ong non sono braccia operative dei trafficanti come sostiene l’aberrante (e come sempre ridicolo) post di Salvini. La procura di Trapani ritiene che non agiscono per denaro ma per motivi umanitari”. Salvini: “Il ‘signor’ Saviano, difendendo le Ong accusate di lavorare con gli scafisti, definisce me e i miei post su Fb ‘aberranti e ridicoli’. Saviano gode dei 600mila clandestini sbarcati, di scafisti, mafiosi e terroristi arricchiti, di un’Italia sempre più insicura? Più sono ricchi, più se ne fregano”

C’è una morale della favola? Salvini conferma l’idiozia collettiva dei suoi elettori, Saviano studia in tuttologia e forse ha in mente una discesa in politica. Le scorte? Intoccabili quanto inutili.

Consigli per un curriculum ricevibile: non dichiarare relazioni sentimentali con neri d’Africa e soprattutto non corredarlo con una foto del fidanzato/a con la pelle scura. Il suggerimento scaturisce dall’episodio di un commerciante torinese che ha rifiutato di assumere una ragazza italiana fidanzata con un nigeriano. “Niente lavoro a chi divide la vita con un africano. Puoi anche uscire con il mostro di Firenze, ma ti non affido la cassa di un negozio”. Purtroppo la cronaca è carente. Manca un appropriato commento di Salvini, certamente orgoglioso di un simile seguace. Il caso di Torino è stato preceduto da un analogo esempio di razzismo. A Ravenna una ragazzo italiano non è stato assunto per la pelle nera.


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