GUERRA DEI VACCINI / LE INTERVISTE DI BURIONI, LE AGGRESSIONI DEI SUOI FAN

Prosegue la martellante campagna pro vaccini per legge. Ancora una volta colpisce il guru de noantri, Roberto Burioni, che sulle colonne della sempre ospitale Repubblica detta il suo decalogo. A raccoglierne le parole un genuflesso Michele Bocci.

Che parte subito con un paragone strappalacrime. I due bimbi morti a Monza e a Roma avevano altre malattie gravi. Li ha uccisi il morbillo?, chiede con un nodo in gola.

Risponde il Vate: “E’ un po’ come se mentre stavano attraversando la strada con la gamba ingessata e la stampella una macchina li avesse messi sotto. Di chi è la colpa della morte? Della frattura e cioè della loro malattia o dell’auto, cioè il morbillo?”. Boh. Da 113.

Ecco il cuore del buon samaritano che pulsa nel petto burionesco. “Il nostro dovere nei confronti dei più deboli è di non far circolare virus e batteri”.

Ancora. “E’ una posizione inspiegabile quella di chi è contrario ai vaccini nel 2017, mi auguro che la verità trionfi sulle bugie”. Dimenticando lungo il percorso tutti quelli che chiedono solo vaccini di qualità, super controllati e ancor più un controllo medico sulle condizioni fisiche di chi quei vaccini deve ricevere, naturalmente i neonati e bambini.

Il sempre genuflesso Bocci domanda come sia cambiata la Vita del Vate dopo l’uscita del suo ultimo libro. “Sono convinto di aver fatto qualcosa di buono – sono le parole del profeta – di aver dato un’informazione chiara e convincente. Prima non ce n’era abbastanza. Sono rimasto molto colpito da come mi hanno aggredito alcuni dei contrari ai vaccini. Io dico solo quello che sostiene la scienza, niente di più”.

A proposito di aggressioni, le truppe targate Burioni sono fra le più attrezzate.

Alla redazione della Voce è arrivata una mail contenente offese d’ogni sorta, contumelie e altro da un sedicente dottor Francesco Stea, con ogni probabilità un cameriere di corte. Il quale ci rimprovera, tra l’altro, di aver osato parlare di ‘Big Pharma‘ a proposito di Burioni e della traduzione (in italiano) a proposito di una serie di brevetti made in Burioni. Solo che quella traduzione non è stata effettuata da noi, ma si trova su internet, già fatta, e non sarebbe spettato a noi modificarne il contenuto.

Il maggiordomo – l’abbiamo già promosso in corso d’opera – invia la nostra inchiesta sui conflitti d’interessi made in Burioni ai consigli di disciplina dell’Ordine dei giornalisti nazionale e dell’Ordine della Campania affinchè assumano i provvedimenti del caso nei confronti dell’estensore dell’articolo, Andrea Cinquegrani.

Perchè non ne chiede la radiazione dell’albo, il prode Stea, come hanno fatto i suoi amici nei confronti di colleghi medici colpevoli solo di chiedere legalità e trasparenza nel settore dei vaccini? O perchè non invocare il rogo?

Dal canto nostro, provvediamo ad inoltrare questo articolo, la nostra inchiesta di qualche mese fa e la mail firmata Stea non solo agli ordini dei giornalisti, ma anche all’Ordine dei medici nazionale e all’Ordine della Toscana. Dichiarandoci fin da ora disponibili a fornire tutti i materiali serviti per realizzare l’inchiesta stessa.

E chiediamo agli Ordini (dei medici) di verificare il pedigree del dottor Stea, che si definisce “specialista in medicina interna e dottore di ricerca in fisiopatologia clinica” ma del quale su internet non si trovano tracce, se non uno scarno profilo linkedin. Restiamo in attesa.


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