Il CETA (“Comprehensive Economic and Trade Agreement”) l’accordo che l’Unione europea ha stipulato con il Canada e che i parlamenti nazionali devono ratificare, nasconde dietro il principio di libero scambio e l’abrogazione dei dazi, una riesumazione del TTIP, che vuole sostituire gli Stati coi Trattati, la giustizia con gli arbitrati, mettendo in serio pericolo salute, sicurezza, diritti, ambiente e salubrità dei prodotti alimentari, il cui grado di protezione fa dell’Italia un Paese all’avanguardia.
Il CETA, un complesso di regole lungo 7.900 metri lineari (settemilanovecento), composto da 1.057 pagine (millecinquantasette), con la finalità di regolamentare, ad uso e consumo delle multinazionali, l’agricoltura, le professioni, i brevetti, la finanza, gli investimenti, approvato da una delle ultime sedute del Consiglio dei Ministri, approdato al Senato, deve essere calendarizzato ed incardinato per la ratifica lampo.
Adusbef e Federconsumatori, che si oppongono ad un accordo commerciale fraudolento dei diritti, lesivo delle conquiste legislative in materia di sicurezza alimentare, tracciabilità dei prodotti, diritti dei lavoratori ed ambiente, hanno chiesto al Parlamento di non ratificare un accordo politico Ogm, vero e proprio cavallo di Troia, in Europa, degli interessi delle multinazionali del Nord America (Canada, Stati Uniti, Messico), per introdurre in Italia prodotti scadenti e pericolosi che potrebbero mettere a rischio la salute dei consumatori, cereali, carne, frutta, ortaggi, con alcune sostanze attive, ben 99 impiegate per la produzione agricola in Canda, vietate nell’Ue in materia sanitaria e fitosanitaria.
Molte aziende USA, che operano in Canada con le due economie già integrate a seguito della ratifica di un altro accordo commerciale stretto 20 anni fa, il NAFTA, che potrebbero essere ostacolate con la regolamentazione in materia di protezione sociale ed ambientale, lavoro, salubrità dei prodotti alimentari, potrebbero chiamare in giudizio l’Italia di fronte ad un Tribunale sovranazionale, che permette a multinazionali ed imprese estere di fare causa ai governi su qualsivoglia questione, non sia di loro gradimento.
Questo Trattato commerciale, che rappresenta un pericolo incombente, per i consumatori e le imprese italiane, dietro l’apparente eliminazione dei dazi, crea un uniforme piano di scambio (come si dice un “level playing field”), una comune piattaforma di competizione transatlantica, tra i coltivatori e le imprese agricole europee e le imprese nordamericane, con grave danno di coltivatori ed imprese agricole europee, per una ragione molto semplice:
a) mentre le imprese agricole nordamericane sono avvantaggiate, tanto dalla loro enorme dimensione industriale, quanto dal fatto che godono di una quasi totale, e tipicamente americana libertà economica ovvero dalla quasi totale assenza di regole e limiti al fare impresa;
b) invece i coltivatori e le imprese europee continueranno ad essere soggetti, nella loro attività, alla enorme ed anzi crescente quantità delle “regole” europee (a titolo indicativo a questo proposito si noti che nel solo 2015 la Gazzetta ufficiale europea ha aggiunto, a quelli preesistenti, ben 151 Km lineari di nuove regole, per un volume di 30.092 nuove pagine), con un effetto prevedibile che con il CETA, non è l’Europa che entra in Nord America, ma è il Nord America che entra con la sua forza in Europa, danneggiando consumatori, agricoltori, Pmi. Perciò dobbiamo opporci con tutti i mezzi leciti, a ratifica ennesimo trattato truffaldino.
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