POVERTÀ: REDDITO INCLUSIONE PIETOSO PALLIATIVO, FUMO NEGLI OCCHI CHE NON RISOLVE DISAGI DI UN PAESE DIVORATO CORRUZIONE ED ILLEGALITÀ
L’ultimo rapporto Istat sulla povertà racconta una Italia ‘diseguale’, con 17 milioni 469 mila persone a rischio di povertà ed esclusione sociale, (oltre il parametro di 12 milioni 882 mila stabilito da Europa 2020), con famiglie con figli sempre più a rischio povertà ed esclusione sociale e 4,5 milioni di poveri assoluti. Il tasso sale al 48,3% per le coppie con tre o più figli rispetto al 39,4% dell’anno scorso e raggiunge il 51,2% se si tratta di minorenni. Il reddito medio è di 29.472 euro, ma la metà delle famiglie non va oltre i 24.190 euro, mentre al Sud si scende a 20.000 euro.
In questo paese diseguale, dove lo Stato biscazziere non si pone il problema delle gravissime patologie prodotte dalla ludopatia, che pubblicizza il gioco d’azzardo e registra la crescita delle entrate dai giochi, nel mese di gennaio 2017 con un + 19,2 percento e 14,6 miliardi di euro nel 2016, con circa 100 mld di euro l’anno di incassi da lotto, lotterie ed altre attività da gioco, questa Italia sempre più povera e derelitta, costretta a pietire un pasto alla mensa, un letto all’ostello, un pacco di viveri, una scatola di antibiotici, affollare le mense della Caritas, (50 mila famiglie nel 2016 solo a Roma); il palliativo del reddito di inclusione, può rappresentare un ulteriore inganno.
Un’Europa ed un’Italia iniqua e diseguale, dove – secondo OXFAM – “i due fattori chiave che esasperano le disuguaglianze in Europa siano l’austerity e un sistema fiscale iniquo e non sufficientemente progressivo. Le misure di austerity introdotte dopo la crisi finanziaria del 2008 – tagli alla spesa pubblica, privatizzazione dei servizi, deregolamentazione del mercato del lavoro – hanno colpito duramente i più poveri. Allo stesso tempo, le multinazionali hanno potuto sfruttare la differenza tra i sistemi fiscali degli stati Ue eludendo tasse per milioni di euro, privando i governi di risorse da offrire servizi ai propri cittadini”.
In questa Italia, priva di efficaci contrappesi per consentire ai cittadini di potersi tutelare dalle quotidiane aggressioni di banche, finanza e fornitori di beni o di servizi, invece di introdurre strumenti incisivi presenti negli altri ordinamenti come la class action, formidabile deterrente per difendersi da usi, abusi ed ordinari soprusi, si adottano provvedimenti di 20 Mld di euro per salvare le banche e le pesanti responsabilità di Bankitalia, che in caso di bancarotta potrebbero finire alla sbarra.
Il Pil pro capite italiano, più basso del 4,5% rispetto alla media UE, del -23% sulla Germania, ulteriore dimostrazione della falcidia del potere di acquisto di salari, stipendi e pensione frutto di politiche di austerità imposte dalla Troik, a che hanno strozzato le famiglie costrette ad indebitarsi per sopravvivere. La retorica del reddito di inclusione, meno di 2 Mld di euro, il 10% di quanto il governo non ha deliberato per salvare gli interessi dei banchieri e di Bankitalia,propagandata a reti unificate, un ulteriore inganno che non riuscirà ad attenuare i gravissimi disagi di milioni di famiglie private di redditi dignitosi, di speranza e di futuro.
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