M5Stelle in ascesa elettorale = masochismo made in Italy

Il fenomeno scompagina la logica e il principio di conseguenzialità. Quale dio dell’Olimpo si diverte a prendere il giro l’Italia e ingerisce nelle faccende della politica in competizione con la Cei ante Francesco (lui sì rispettoso della reciproca indipendenza?) Il sondaggismo, ammesso che sia obiettivo, ovvero scisso da condizionamenti di questo o quel partito, accredita il populismo 5 Stelle di leadership nella hit parade della previsione elettorale. Il credito ai pentastellati, degli antagonisti incazzati del sistema politico italiano, non vacilla, nonostante i resoconti dei media segnalino puntualmente i flop del movimento. Per riassumere: le firme false per le candidature a ruoli istituzionali, le defaillance di amministratori (dei loro pochi sindaci), le espulsioni in chiave dittatoriale di “cittadini” scomodi, le gaffe a ripetizione del nientemeno che designato premier Di Maio, colto in flagranza di menzogne, autore di farneticanti proclami e allievo ideale del maestro Manzi per lezioni di congiuntivo, la tracotante contraddizione del “comico” genovese che propaganda la democrazia del voto on line e disconosce la volontà dei Stelle di candidare la Cassimatis a sindaca di Genova, eccetera, eccetera. Ultima, cronologicamente, è la bufala di Di Maio, ignaro della detto  “il silenzio è d’oro”. Clone nella circostanza di Salvini, numero uno della xenofobia made in Italy, il pentastellato ha ha sparato la cifra del 40 percento di romeni “criminali” esportati dal loro Paese e liberi di delinquere in Italia. Smentito, ancora una volta, non fa una piega. Non mostra pentimento il “comico” che si è dato la zappa sui piedi per aver annullato la volontà degli elettori di candidare la Cassimatis alla guida del Comune di Genova. L’esito della bravata? E’ quasi certo che il Movimento non parteciperà al voto con una propria lista, che spetta ancora alla pentastellata disconosciuta con sprovveduta ingerenza. In terra caecorum il non vedere dei presunti elettori 5Stelle certifica che l’Italia sceglie con la pancia e non usa la testa.


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