Scissione, pur nel gergo approssimativo dei politici, equivale a “fuoriuscita”, “esodo”, “abbandono” ”salto della quaglia”, “abiura di un partito”, “fuga” e a una profusione di sinonimi. Presi dalle fratture nostrane, ne dimentichiamo di più vistose e conseguenziali sui destini del mondo. Che Bergoglio goda di lunghissimo e lucido pontificato: l’auspicio intende dare respiro alla rivoluzione culturale e pragmatica del cattolicesimo, avviata da pontefice per ricondurlo ai principi fondanti, socialmente illuminati, del cristianesimo. Il Papa preceduto da illuminata militanza argentina, deve fare i conti con i poteri forti del Vaticano che apertamente o in silenziosa, quanto pericolosa operosità disfattista, operano per frenare la pulizia etica del clero, governata da Francesco con piglio da spregiudicato, saggio e decisionista condottiero. Altrove è clamoroso l’esito della successione a Barak Obama. L’impossibile Trump ha spaccato in due gli Stati Uniti. Ha svelato l’incompletezza del processo democratico del Paese più potente del mondo e non solo finanziariamente. Il popolo che ha eletto il candidato repubblicano e che ne condivide la xenofobia è per una quota consistente lo stesso che nel tempo ha popolato il Paese con migrazioni di massa, valigia di cartone e scarpe rotte, colonie intere di razze molteplici, afro-ispaniche ed europee, specialmente di italiani. Con Trump o contro Trump: mai una presidenza degli Stati Uniti ha delineato una così aspra contrapposizione tra populismo e progressismo, razzismo e tolleranza, conquiste del welfare e classismo.
Il riverbero di dualismi di così grande portata non risparmia l’Europa. Alle sue componenti democratiche si oppone un arco di governi di destra, disposti a saltare sul carro del populismo intollerante alla Erdogan, dell’autarchia secessionista di Marine Le Pen, del leghista Salvini, attratto da compagni di cordata del neofascismo montante. A Oriente sono l’uno contro l’altro armati Cina e Giappone, Corea del Nord e del Sud, nell’intero pianeta si è radicalizzata la “Questione meridionale” e su tutto si pongono all’apice delle scissioni la tragica discriminante ricchezza-povertà, i fondamentalismi religiosi, il machismo e il femminismo. E cos’altro è la linea di demarcazione che separa l’Italia del centro nord dal Mezzogiorno, le rare onestà in antitesi al loro contrario, D’Alema e Renzi, l’obiezione di coscienza e l’aborto terapeutico, il diritto alla morte “dolce” e l’accanimento nel prolungare la non vita di chi la rifiuta. Il dj Fabo ha cercato e trovato la quiete eterna per il suo corpo devastato da un male terribile che lo ha reso paraplegico e cieco. La trovata nel suicidio assistito, lontano dal suo Paese e dai suoi affetti, tra le braccia della compagna. E’ un morto disperato in Svizzera. E’ rimasto inascoltato l’appello a promulgare la legge che dovrà finalmente dettare i confini entro cui definire la delicatissima materia. Nell’attesa, chi è nella condizione economica per recarsi nella clinica svizzera, dove si è lasciato morire anche Lucio Magri, emigra ed è una delle vergogne del nostro Paese, condizionato dall’enclave del Vaticano e dalla componente integralista del cattolicesimo. (Nella foto il dj Fabo)
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.